dal nostro inviato a Torino
La Juve spacca l'uovo con una testata di Cuadrado e rilancia la fuga per lo scudetto. Il colombiano è la mossa a sorpresa di Massimiliano Allegri per risolvere una partita che il Milan per oltre un'ora gli aveva incartato. Cuadrado non giocava da tre mesi, ma l'uomo specializzato nei gol pesanti torna al momento giusto rilanciando una Signora senza sprint: dopo gli scalpi di Torino e Inter, che si rivelarono decisivi, ieri sera quello del Milan che potrebbe fare da spartiacque nell'emozionante testa a testa con il Napoli, tornato a quattro lunghezze di distanza. Il tutto in quella che poteva essere la notte perfetta di Bonucci che si era sciacquato la bocca davanti ai suoi ex tifosi segnando il momentaneo pareggio dopo il vantaggio immediato di Dybala. Il capitano rossonero ha gelato l'Allianz Stadium che lo ha bersagliato per tutta la partita, illudendo i rossoneri che invece praticamente si sono fermati alla traversa di Calhanoglu nella ripresa. Poi Gattuso si è dovuto inchinare, ma non esce ridimensionato dalla sfida in casa della Signora, e la caduta dopo dieci partite utili consecutive è tutto tranne che una bocciatura. Certo pesa nella rincorsa al quarto posto, ma già mercoledì il derby potrebbe rilanciare le ambizioni rossonere.
Allegri, invece, vince ai punti la sfida con Gattuso. I due partono con una mezza sorpresa a testa: Max rispolvera la difesa a tre, Rino sceglie Andrè Silva al centro dell'attacco. Il gol immediato di Dybala che beffa Donnarumma facendogli rimbalzare il pallone davanti, permette alla Signora di mettersi nelle condizioni migliori. Ma è il Milan che si fa preferire, prende possesso del campo e su un paio di cross emerge la mancanza di un centravanti di peso perché il portoghese fratellino di quel Cristiano Ronaldo che martedì tornerà all'Allianz Stadium, è troppo leggerino. Ancora una volta dopo la sosta è una Juventus involuta, sopratutto in Higuain che dopo aver scaldato le mani a Donnarumma in avvio, si accartoccia su se stesso per il resto della partita. Il pareggio con la Spal non era solo un episodio. Invece i rossoneri sono ancora sotto l'effetto Gattuso: squadra tremendamente viva che trova l'uno a uno proprio con il grande ex, Bonucci che salta in testa all'amico Barzagli e mette fine all'imbattibilità della difesa bianconera, che subisce il primo gol in campionato nel 2018 e non batte per un quarto d'ora il suo stesso primato di 974 minuti stabilito due annni fa. Meritato il pareggio del Milan e Allegri prova subito a scuotere la squadra con Douglas Costa per Lichtsteiner, ma è la traversa clamorosa di Calhanoglu a spaventare lo Stadium. Dentro un'altra freccia per la Signora, quel Cuadrado che non si vedeva da fine dicembre. Terzo cambio di modulo per i bianconeri, ma il Milan non si scompone anche se Gattuso aveva detto: «Quando vai a studiare la Juve non ci capisci nulla, cambia spesso faccia». Ma l'allenatore rossonero dimostra di aver studiato bene la Signora imbavagliandola a lungo.
A un quarto d'ora dalla fine escono Pjanic e Biglia, ovvero i fari, ma non è il segnale che il pareggio vada bene alle due squadre. Soprattutto alla Juve che mette la freccia giusta con una testata di Cuadrado. Se a Wembley Allegri l'aveva vinta inserendo due terzini, stavolta la risolve con due ali e la chiude con l'infinito Khedira nel finale in cui il Milan alza definitivamente bandiera bianca e mette da parte i sogni di rimonta Champions.
Poteva essere un trampolino, ma l'Allianz Stadium si conferma tabù con la settima sconfittLa Juventus invece rimette a distanza il Napoli inciampato nel Sassuolo: il più quattro nella notte di Pasqua è un messaggio tricolore.
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