Sport

Il boxing day non c'entra con il fair play

Il boxing day non c'entra con il fair play

Vogliamo scimmiottare gli inglesi e giochiamo anche a Santo Stefano e prima della fine dell'anno. Però siamo dei cafoni che non hanno rispetto delle regole, del rispetto, del fair play, non soltanto quello finanziario. Nelle ultime settimane è stato un coro di appelli al Var, Cairo ha parlato di sudditanza psicologica, come ultimo tribuno della plebe si è esposto De Laurentiis che ha messo all'indice l'arbitro Mazzoleni definendolo cattivo e non imparziale. Lo stesso presidente del Napoli aveva aperto la stagione dicendo di essere stato vittima di un imbroglio altrimenti la sua squadra avrebbe vinto il titolo. Ora, se fossimo davvero nel Paese del boxing day tali presidenti sarebbero stati già richiamati a spiegare le loro tesi, non davanti a cortigiani e affini ma a un tribunale serio, perchè sudditanza e imbrogli non sono roba da Carnaby Street. Però è inutile pensare bianco, meglio vivere nel grigio, tendente al nero. Per l'appunto, prevedo eruzioni cutanee in casa De Laurentiis; al Napoli, caricato a pallettoni dal presidente, sono saltati i nervi, due espulsi, Koulibaly e Insigne, e la squadra di Ancelotti ha lasciato faccia e punti contro l'Inter priva di Nainggolan, presente in tribuna ma in castigo per le sue mattane di sempre. Il recupero sarà lungo, dopo cure di vario tipo. Il pentimento non basta. La vittoria interista fa comodissimo alla Juventus di Bergamo che con un pari aumenta il vantaggio sui partenopei. La Juve ha scoperto l'affanno contro l'Atalanta dai consueti ritmi alti, approfittando della deficienza tecnica di Bonucci e dalla lentezza di Khedira. Poi Cristiano Ronaldo ha ribadito che i calciatori sono più importanti delle scelte degli allenatori, quando era in panchina la Juventus stava sotto di un gol, quando è entrato ha provveduto a riequilibrare il risultato.

Due pareggi in diciotto partite sono uno scherzetto per la squadra campione ma Allegri ha i fili scoperti e sa che contro la Sampdoria del giovane Quagliarella (anni 36 tra trentasei giorni e ieri ancora in gol) ci sarà poco da scherzare, a meno che, in settimana, i soliti noti arruffapopolo nostrani non vogliano nuovamente tornare in campo per tenere allegra la comitiva.

Appuntamento a Saturday night.

Commenti