Bryant&Milano, all'idea manca la firma Armani

Nel viaggio verso la partita della speranza che stasera (ore 21, diretta SKY) giocherà ad Atene, contro i dominatori dell'Olympiakos, l'Emporio Armani ha messo in valigia anche il sogno assurdo di poter avere l'anno prossimo Kobe Bryant.Speranze che, come sanno tutti, sono un' ottima colazione ma, come diceva un filosofo inglese, anche una pessima cena.Il Mamba ha cominciato il suo viaggio verso il ritiro del 13 aprile, lo ha iniziato male perdendo a Filadelfia dove non avevano mai vinto quest'anno dopo 18 partite.L'idea di Bryant a Milano è nata nei sogni di chi la rivorrebbe grande come ai tempi di McAdoo, Meneghin e D'Antoni, pensando alla telefonata che Giorgio Armani fece l'anno scorso al ragazzo d'oro che ha imparato il basket in Italia e che passa spesso le vacanze da noi, nei posti della sua infanzia seguendo il padre Joe.Adesso l'idea non parte certo dall'Emporio che questa sera cerca la carta d'oro ad Atene. Dicono che in società sorridano davanti ad un ingaggio miliardario per assicurare una vecchiaia diversa a Kobe, sapendo bene che non è un tipo capace di rendere felice uno spogliatoio.Sorridiamo anche noi pensando a questo ingaggio che accenderebbe i riflettori su un basket italiano tormentato, diviso, alla ricerca del colpo ad effetto che potrebbe cominciare a luglio dalla qualificazione della nazionale, appena tolta dalle mani di Pianigiani e affidata a Messina, alle Olimpiadi nel torneo che si dovrebbe giocare a Torino. Proprio il più vincente dei nostri allenatori, ora vice a San Antonio, è uno di quelli che considera Bryant un giocatore e un uomo con dentro una grande carica. L'interessato non ne sembra convinto, ma certo potrebbe stuzzicarlo l'idea di chiudere la carriera illuminando il basket europeo che per lui è stato culla.Il suggerimento è stato fatto da chi la ama davvero la vecchia Olimpia che l'anno prossimo festeggerà gli 80 anni, come il grande Dan Peterson, appena riarruolato dalla società per occuparsi di comunicazione in cui è ancora un maestro, così come lo fu da allenatore nell'età dell'oro di Milano quando Armani era solo tifoso.

Certo Bryant farebbe diventare anche troppo piccolo il palazzaccio del Forum, con lui, anche come è adesso, ogni sogno europeo sarebbe possibile e la stessa FIBA, che prenderebbe Milano nella sua Eurolega soltanto se campione d'Italia, potrebbe ripensarci se Repesa non dovesse vincere lo scudetto che al momento sembra più vicino di altri anni.

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