In un gruppo dall'età anagrafica sempre più bassa, lui si trova a suo agio dall'alto dei suoi 34 anni e delle 122 presenze in azzurro. Gigi Buffon sponsorizza in pieno la ricetta di Prandelli per il futuro immediato dell'Italia del pallone. «Portiamo avanti con entusiasmo un progetto basato su forze fresche e su giovani che stanno trovando spazio su palcoscenici importanti», è il messaggio di Gigi Buffon, che pensa al suo importante ruolo di «chioccia» e forse anche ai suoi inizi in azzurro quando nemmeno ventenne vestì per la prima volta la maglia della Nazionale maggiore. Sta avvicinando a grandi passi il secondo posto di Paolo Maldini (fermatosi a 126) nella speciale classifica delle presenze con l'Italia, se tutto andrà bene lo raggiungerà nel giugno prossimo. Quando spera di aver staccato già mezzo biglietto per il mondiale brasiliano e nel frattempo dovrà affrontare la Confederations Cup («un torneo che va onorato»).
Intanto offre uno spot positivo per chi ambisce alla maglia azzurra: «Qui c'è un clima normale, la Nazionale è immune dalle negatività che circondano in taluni momenti ogni calciatore durante l'anno. Esserci è un orgoglio per tutti, dobbiamo ottimizzare il poco tempo a disposizione. E non si può certo dire che la Nazionale sia un fastidio». Anche se le partite, tra Italia e club di appartenenza, sono molte. «È chiaro, mi troverò a giocare anche 15 gare in 40 giorni e ogni tanto la settimana intera per poter lavorare sarebbe utile per preparare al meglio gli impegni successivi». E sull'eterna polemica tra club e Italia per l'impiego dei calciatori (Prandelli rilancerà presto la proposta degli stage per ruolo, idea fallita nella scorsa stagione, ndr), Buffon dice: «Non credo la Juve ponga dei freni su chi mandare in Nazionale. Magari c'è la voglia di confrontarsi, serve ad ottimizzare al meglio il lavoro fisico. Ma è un discorso che vale per tutte».
In attesa della crescita tecnico-caratteriale dei giovani, impossibile non parlare con il portierone della Juve dei casi caldi in azzurro. In primis sull'escluso eccellente Cassano, sul quale girano voci di un comportamento poco professionale durante il ritiro europeo in Polonia. «Screzi con Antonio non ce ne sono stati - precisa Buffon -. Si dice che noi «senatori» abbiamo contribuito alla sua esclusione? Quando queste voci avranno un nome e cognome, risponderemo. Non sono sorpreso dalla sua mancata convocazione nel senso che sono scelte che fa l'allenatore in base alle idee che ha. Credo che Prandelli sia stato molto esauriente dando le motivazioni e non ha chiuso le porte in faccia ad Antonio».
Altro argomento, Balotelli, convocato quasi «subiudice» dal ct: «Conosciamo tutti il suo valore, sappiamo quanto possa incidere. Ci aspettiamo che riesca ad esprimere in campo le sue qualità facendoci vincere le partite, perchè ha le potenzialità per farlo». Magari già con l'Armenia dove SuperMario si candida - secondo le prime prove di Prandelli - per una maglia da titolare insieme a uno tra Destro o Osvaldo.
La parentesi di Coverciano allontana dalla storia di un campionato che vede la Juve protagonista e di una Champions in cui invece è più titubante. «I primi segnali dicono che la nostra crescita prosegue, grazie anche al mercato - sottolinea il portiere -. È giusto pensare che la Juve possa giocarsela fino alla fine per il titolo. Il Napoli è una realtà nella quale l'allenatore incide in maniera positiva: hanno gioco, un modulo consolidato e una rosa di prim'ordine. Sorprese? La Lazio che ha un tecnico molto intelligente e l'Inter che ha intrapreso la strada del rinnovamento e può dare fastidio. In Europa abbiamo disputato una gara brillante a Londra e una in casa sottotono per merito degli avversari.
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