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C'è la fumata rossonera. Habemus l'accordo tra Maldini ed Elliott

In serata le firme. Vicenda grottesca con tutti colpevoli. Paga solo il Milan. Lunedì raduno

C'è la fumata rossonera. Habemus l'accordo tra Maldini ed Elliott

Milano. Milan: habemus le firme, finalmente, all'ultimo respiro. Le firme qui intese di Paolo Maldini e Ricky Massara, oltre che di tutta la divisione dell'area tecnica, sono arrivate a pochi minuti dal 1 luglio, giorno in cui tecnicamente i due - con i loro collaboratori - sarebbero stati considerati disoccupati. La promessa di un accordo è arrivata ieri sera, all'ultimo giorno utile della stagione precedente, anticipata dal pronostico del presidente Paolo Scaroni («sono molto confidente») e poi confermate dalle anticipazioni di siti e fonti esterne a casa Milan, in attesa del via libera del club dopo l'imprimatur degli avvocati e dei manager che hanno lavorato tra Milano e New York al complicato negoziato. Si è perciò ufficialmente chiusa così la più grottesca delle parentesi che ha scandito il mese orribile di giugno vissuto dal Milan nella sua lunga e gloriosa storia e di fatto preso a martellate, in materia di immagine, lo strepitoso successo dello scudetto conquistato un mese e 8 giorni prima, la sera del 22 maggio a Reggio Emilia. Resteranno il tricolore sulle maglie della prossima stagione e, sotto pelle, le cicatrici di questa orribile telenovela col braccio di ferro tra le due anime del club. Dell'idilliaco clima vissuto a maggio, con un milione di tifosi rossoneri in strada per le vie di Milano a festeggiare, così da stupire la flemma degli azionisti americani, testimoni dell'evento (la famiglia Singer e lo stesso Gerry Cardinale), si sono ormai perse le tracce.

Pur se, le formalità amministrative completate nella notte, è scontato il comunicato con l'annuncio solenne delle rispettive firme sulla bozza definitiva rimbalzata ieri tra i due studi legali, non sarà semplice recuperare la cifra operativa di un club coeso, capace di puntare al medesimo obiettivo come avvenuto per due anni di fila perché i rapporti personali, deteriorati dall'intervista di Maldini e dal successivo braccio di ferro con Elliott per la richiesta di maggiori poteri presentata dall'ex capitano, lasceranno il segno.

Probabilmente finiranno con il condizionare anche le prossime scelte sul mercato qualora Maldini e Massara dovessero pagare in qualche modo il ritardo operativo accumulato a giugno. Intendiamoci su questo punto a futura memoria: qualunque siano gli esiti di questo giugno vietnamita, nessuno godrà di giustificazione alcuna perché tutti i protagonisti avranno sulle spalle la rispettiva quota di colpe.

L'accordo contrattuale tormentato del quale si discute da un mese può essere virtualmente considerato il risultato finale di un compromesso inevitabile tra le pesanti richieste di Maldini stesso da un lato, giudicate irricevibili dalla proprietà, e la buona volontà mostrata alla fine del braccio di ferro silenzioso da Elliott-Cardinale al fine dichiarato di evitare lo strappo oltre che la figuraccia di giungere lunedì prossimo 4 luglio, inizio solenne del raduno da campioni d'Italia, senza la presenza di Maldini e Massara al tavolo con Pioli e Gazidis.

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