Poi arriva il giorno in cui il mondo tifa contro di te e per rovinare tutto devi vincere una partita. Ma non una partita normale: una partita contro tua sorella. Serena contro Venus non è la prima volta, ma questo delle sorelle Williams nei quarti di finale degli Us Open è invero il match della vita. Ci sarebbe da scrivere un trattato di psicologia, più semplicemente c'è da fare la storia del tennis perché Serena è sulla strada immortale del Grande Slam, ma quella che può fermarla è appunto la sua sorellona. Quella con cui vive fianco a fianco da sempre, dividendo la stanza, interessi, patrimonio e probabilmente qualche flirt. Il suo mito, «perché lei non è solo la più grande. È la più Grande».
New York non poteva desiderare di meglio, anche se la vera storia sarebbe stata vederle incrociarsi in finale e non sarebbe certo stata la prima volta. Finora Serena contro Venus statisticamente è 15-11, ma quante volte hanno giocato davvero? Per anni si è detto che lo show fosse comandato a distanza da papà Richard, che le ha costruite tenniste fin dalla culla senza saper nulla di tennis. Anzi: più che tenniste, campionesse. «Ma questa è una cosa che vi siete messi in testa voi - dicono in coro -: papà ci ha sempre detto di divertirci e basta. E poi quando un genitore ha in campo due figlie una contro l'altra, a fine partita ha vinto comunque». Questa volta no, però. Questa volta è diversa: Serena, la piccola delle due (ve lo immaginate?), è a tre partite dall'Infinito tennistico, dal vincere nello stesso anno tutti gli Slam in un boccone. «Però se proprio devo perdere contro qualcuna, meglio che sia Venus». La quale, diventata la più piccola - tennisticamente parlando - ma solo perché ha dovuto lottare negli ultimi anni della carriera contro una malattia che le toglieva le forze, dice che comunque se la giocherà: «Tutte e due siamo nel circuito da troppo tempo e sappiamo che ad un certo punto del tabellone rischiamo di affrontarci: siamo preparate a giocare al meglio, poi magari alle volte non succede ma altre sì». E quindi Venus, vuoi davvero rovinare il Grande Slam a tua sorella? «Penso che a nessuno piacerebbe rovinare una possibilità così a Serena: alla gente piace quando un atleta scrive una pagina di storia. Diciamo: mi piacerebbe vincere, eccome. Ma più è facile a dirsi che a farsi». O magari è più facile a pensarsi, perché la risposta di Serena non lascia, come sempre, scampo: «Giocare contro Venus non è così divertente: magari adesso lo è più di prima perché siamo felici di essere ancora qui. Ma le nostre sfide sono ancora troppo intense: lei sta giocando molto bene, mi ha battuto tante volte. E resta l'unica giocatrice che non vorrei mai incontrare. Però c'è una cosa: a me perdere non piace. Mai». A questo punto facciamo un pronostico: finisce in tre set.
Indovinate per chi.FOGNINI OUT Anche Fabio Fognini finisce per essere vittima della sindrome Nadal: nel 2015 chi ha sconfitto Rafa in un torneo, ha poi perso il turno dopo. È successo contro Feliciano Lopez in tre set: 6-3,7-5, 6-1.
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