Caccia al gol a San Siro. L'Italia fa la Spagna e Insigne rifà la storia

Azzurri senza reti al Meazza da 3 gare e 7 anni. Lorenzo fu un caso con la Svezia nel 2017

Caccia al gol a San Siro. L'Italia fa la Spagna e Insigne rifà la storia

Di nuovo in semifinale. Tre mesi fa all'Europeo, stasera in Nations League. Riecco Italia-Spagna per la 39ª volta nella storia (bliancio in equilibrio) e la quarta a Milano, dove nelle ultime quattro partite abbiamo segnato solo contro la Croazia nel 2014.

Mancini vuole prolungare il nostro anno da sogno, la Spagna vuole prendersi una rivincita in casa nostra. E quando si legge Spagna, non si può non riavvolgere il nastro alla notte di Madrid di quattro anni fa: azzurri di Ventura travolti 3-0, la prima caduta nel baratro chiamato eliminazione dal Mondiale. Avvenne a Milano, lo stesso palcoscenico della sfida di stasera (tutto esaurito sugli spalti con 37mila spettatori, il massimo consentito dalle norme anti-Covid). La scena di quel 13 novembre 2017 è rimasta negli annali: l'Italia non riesce a sbloccare lo 0-0 con la Svezia, De Rossi viene scelto in panchina dal ct come cambio e l'ex centrocampista della Roma che si arrabbia e risponde a Ventura: «Metti Insigne, dobbiamo vincere...». Stasera il cerchio si chiude. Il presente dice di un Lorenzo Insigne titolare quasi inamovibile di questa Nazionale: già 26 presenze nell'era del ct di Jesi con sei gol all'attivo, uno pesante al Belgio nei quarti dell'Europeo.

E stasera che Mancini dovrà rinunciare in contemporanea ai suoi centravanti Belotti e Immobile, cresce la tentazione di schierare il napoletano falso nove (ruolo inventato proprio dagli spagnoli) come avvenne per 25 minuti della sfida dello scorso luglio di Wembley con le Furie Rosse. Fu il momento migliore della nostra Nazionale in quella sofferta partita, ecco che il ct passerà una notte quasi insonne pensando a una soluzione per l'attacco. L'alternativa sarebbe una punta vera, più fisica nel caso di Kean, più di movimento nel caso di Raspadori, i due baby protagonisti dell'ultima sfida azzurra con la Lituania che già scalpitano per conquistarsi un posto al sole. «Noi vogliamo vincere per andare in finale, siamo a 37 (partite senza sconfitte, ndr) ci piacerebbe andare avanti ancora molto ma dipende tutto da noi - così Mancini che ha strappato questo record mondiale proprio alla Spagna -. Comunque Luis Enrique ha ragione, prima o poi capiterà che perderemo ma noi vogliamo arrivare fino a dicembre del 2022».

Dal punto di vista della tensione, la sfida di stasera sarà ancora più dura di quella dell'Europeo. All'epoca non avevamo nulla da perdere, oggi ci arriviamo da campioni che cercano conferme in gare prestigiose. E poi sarà la prima apparizione dell'Italia nella fasi finali della nuova competizione organizzata dalla Uefa, messa a rischio dall'iniziativa della Fifa di un Mondiale biennale. «È una competizione importante che arriva dopo gli Europei, certo non è stato semplice prepararla ora ma saranno due gare tra le quattro migliori del continente», ha sottolineato Mancini.

Al di là di riempire la bacheca con un altro trofeo, la Nations League sarà comunque il vero trampolino di lancio per il Mondiale di Qatar 2022: quattro gare in due settimane nel prossimo mese di giugno, due in cinque giorni a settembre. Un tour de force che cementerà il gruppo azzurro verso la rassegna iridata.

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