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Il calcio già nella fase 3 con i tifosi negli stadi. Ma c'è chi dice ancora no

I club per la riapertura. Il Sassuolo: altrove lo faranno al 10 o 25%. Ma gli ultrà fanno muro

Il calcio già nella fase 3 con i tifosi negli stadi. Ma c'è chi dice ancora no

Da oggi il calcio italiano ha aperto un nuovo dossier: riaprire, parzialmente, gli stadi al pubblico, con una scadenza non immediata, a luglio. Parole e idee di Andrea Agnelli, presidente della Juve, cui ha fatto da sponda Giovanni Carnevali, ad del Sassuolo. Ha detto il primo: «Altrove lo faranno con la percentuale del 10 o 25%». Ha aggiunto il secondo: «È un argomento da affrontare velocemente, servono programmazione e piani, non dobbiamo arrivare sempre in ritardo rispetto alla concorrenza». Con i recuperi fissati (sabato 20 Torino-Parma e Verona-Cagliari, domenica 21 Atalanta-Sassuolo e Inter-Sampdoria), nel giorno in cui conosceremo, nel dettaglio, il calendario della serie A preparato dagli uffici della Lega di Dal Pino, sarà questo il dibattito di maggiore interesse.

Probabilmente servirà anche a mettere il silenziatore ai malumori degli ultrà che si sono schierati contro la riapertura e hanno intenzione addirittura di manifestare il 6 giugno. Con le porte chiuse negli stadi, si sa, il mercato dei biglietti delle curve in particolare, è saltato. Dinanzi agli striscioni dei giorni scorsi inneggianti alla chiusura, ha alzato la voce e si è schierato Gian Piero Gasperini, allenatore dell'Atalanta, reduce dalla terribile esperienza del Covid-19. «Giocheremo la Champions per Bergamo» ha promesso a un certo punto dopo aver raccontato il suo calvario. Evidente che questa è materia, ancora una volta, del Governo che ha inserito la materia in un decreto. Ed è da palazzo Chigi che si attendono le risposte in merito.

L'altro pomo della discordia calcistica è quello sollevato dal sindacato calciatori a proposito degli orari. Damiano Tommasi, il presidente a fine mandato, è tornato alla carica ieri. «Mi auguro che si giochi in tarda serata» ha ripetuto ignorando gli aspetti contrattuali televisivi. Gli ha fatto da contro canto una firma autorevole, quella di Marco Tardelli, candidato alla carica, con una dichiarazione molto asciutta e pungente. «Saranno 12 partite al massimo sulle 124 da giocare alle 17.15: vogliamo discutere di questo? Non facciamoci ridere dietro» la stroncatura. E d'altro canto nel piano preparato dagli uffici della Lega addirittura le partite da giocare alle 17.15 sono diventate soltanto 10, mai da disputare negli stadi più a Sud, cioè Lecce e Napoli per evitare le temperature più calde, e solo nel fine settimana. Il blocco più consistente di partite, 114 quindi, si giocheranno quindi tra le 19.15 e le 21.30. Quanto alle date, è prevista la conclusione del torneo tra sabato 1 agosto e domenica 2 agosto, il termine fissato dall'Uefa. Altra curiosità: la sfida forse decisiva per l'assegnazione dello scudetto, tra Juve e Lazio, andrà in onda lunedì 20 luglio in notturna quindi, come posticipo della giornata.

Per le due semifinali di coppa Italia, l'attesa è dovuta al via libera da parte del Governo. Si sa che nel decreto ultimo del premier Conte, era stata indicata la data del 14 giugno come fine del divieto per l'organizzazione di eventi sportivi, quindi anche le partite di calcio.

Per accontentare le richieste dell'Inter in particolare (a proposito: Conte ha deciso d'incrementare il numero della rosa convocando alcuni esponenti della primavera che ha interrotto l'attività definitivamente) è stata chiesta l'autorizzazione a giocare venerdì 12 e sabato 13.

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