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Il calcio si salva da solo con il calendario solare e bloccando il mercato

Finire la A in ottobre e ripartire nel 2021 Europei in autunno pensando a Qatar '22

Il calcio si salva da solo con il calendario solare e bloccando il mercato

Il calcio, quello di serie A, non può chiedere aiuti in danaro allo Stato, né tantomeno cassa integrazione. Lo sanno anche i bambini. Il Napoli ha rimediato mettendo in cassa integrazione 30 dipendenti: non proprio una gran figura. Foss'anche una mossa per scatenare le folle contro i giocatori che mugugnano sul taglio agli stipendi. E, allora, quale la mission del calcio delle stelle? Aiutarsi da solo. Trovare sponsor e soluzioni (vedi il ritorno alla pubblicità dei giochi d'azzardo), infilarsi nei meandri delle sue regole e magari modificarle a tempo determinato (legge Melandri da ribaltare), sfruttare occasioni (diritti tv) e patrocinatori danarosi. Non far frusciare il danaro come fosse uno status symbol dovuto.

Il pallone ha cacciato con ignominia i fondi di investimento, salvo farli rientrare dalla finestra sotto altra forma. Forse sarebbe il caso che la Fifa rivedesse qualche concetto: i fondi potrebbero diventare un comitato di salute pubblica per un mondo a caccia di liquidità. Il gruppo Elliott (leggi Milan) potrebbe illuminare tutti. E pazienza se i fondi aiutano a comprare (o comprano come in passato) giocatori, eppoi gestiscono la rivendita con i soliti dubbi sulla trasparenza. Dov'è mai la trasparenza del mondo del pallone?

Adriano Galliani, esperto di aspetti economici, ha suggerito di concludere il campionato di A: «Sennò salta tutto il calcio. Solo la Lega di A non ha capito. Meglio attendere e chiudere in autunno, senza pubblico ma con i ricavi da sponsor e diritti tv. Poi riprendere con la nuova stagione ancora senza pubblico. Se serve, vendere la serie A alle Tv per un anno solo». Nell'attesa, ieri, la Federcalcio ha puntualizzato le procedure mediche per salvaguardare tutti alla ripresa del campionato.

E forse non è un caso che Gianni Infantino, presidente Fifa, abbia accennato una idea simile in vista dei mondiali 2022. In effetti il pallone di A potrebbe darsi un calendario di questo genere: riprendere più tardi del giugno improvvidamente previsto, chiudere la stagione entro dicembre. Iniziare quella nuova in gennaio: campionato fino ad ottobre, con mini pausa estiva per il calcio alle Olimpiadi, e dedicare l'autunno agli europei di calcio appena rinviati. Così il 2022 sarebbe già programmato nello stesso modo per conciliarsi con i mondiali del Qatar, programmati dal 21 novembre al 18 dicembre. Qualcuno dirà: il mercato? le coppe? Le coppe troverebbero certamente collocazione grazie alle fervide menti dei dirigenti.

E il mercato? Qui, invece, bisognerebbe aver menti illuminate. Il calcio ha il dovere di non sbattere in faccia alla gente, alle prese con problemi economici, tutta la baldoria di miliardi buttati per giocatori che mai reggono il confronto con il peso delle quotazioni. Sarebbe ora di tagliare le cifre. Ma non potendo avere tutto e subito, per questo anno, complice un calendario diverso, il pallone potrebbe-dovrebbe sospendere il mercato. Vero che il mercato è oppio per i popoli, ma in un mondo preoccupato perché mai il pallone non scommette con se stesso? Rimaniamo così, e ricominciamo. Si salverebbero solo i contratti da rinnovare, sarebbero da rispettare gli accordi tra club presi in precedenza. Ma niente scambi, niente acquisti o cessioni. Un gran segno per chi vive a fatica e per chi rischia di perdere il lavoro.

E il divertimento non mancherebbe.

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