La calcionovela

Suvvia, sbrigatevi. Mandatelo da Mourinho, che lo metta a posto lui. Si, ci vorrebbe un colpo di scena per rendere meno stucchevole il tormentone Cassano-Garrone-Sampdoria. Personaggi e interpreti stanno diventando ripetitivi. Garrone, presidente con codice morale ben identificato e identificabile, non vuol saperne di perdonare. Anzi, questa vicenda ha aumentato il disgusto per questo calcio nostro dove abbondano urlatori e maleducati. Una storia che gli sta a cuore da tempo. Cassano sta zitto e attende. Sul campo di Bogliasco non si allenerà più. Ormai lo ha capito.
E Garrone con amabile verbosità, sottilmente velenosa, ma così velenosa che neppure un cobra..., ne ha schiaffeggiati due in un colpo solo. A chi rifilare un tal maleducato? Poteva astenersi dalla risposta. Probabilmente qualcuno gli ha ricordato che Cassano è arrivato dal Real e allora, toh! Guarda chi ti passa per la testa. «Se il presidente del Real Madrid ha gli stessi valori di Cassano, se lo riprenda pure». A Madrid, inutile ricordarlo c’è Mourinho: uno che litiga con il mondo, quello delle manette, quello delle risposte maleducate e arroganti a certi giornalisti, quello che in Spagna ha detto «mierda» in faccia a un arbitro (chissà ai nostri!), quello appena sortito da una sceneggiata degna di un saloon con l’allenatore dello Sporting Gijon. «Se ha gli stessi valori di Cassano....». Garrone non poteva essere più intuitivo, malizioso, diretto e dritto.
Andrà mai Cassano alla corte di Mou? Dicono, a Madrid, che il portoghese vorrebbe rispondere così a un colpo di mercato del Barcellona. Il feeling apparve di pelle nei due anni italiani di Mou. Ma sicuri che poi non si strappino la pelle? Nessuno dei due potrebbe sopportare la sopportazione. Cassano ne uscirebbe stritolato, Mourinho un po’ rintronato perché Fantantonio non è tipo che ti lascia in pace. A Madrid, appunto, ne sanno qualcosa e Capello in particolare. Certo, se i due mettessero insieme i loro «stessi valori» ne uscirebbe un cinema fantastico e un calcio magari afrodisiaco. In quanto ai comportamenti? Bisognerebbe riscrivere un codice dei valori.
Fra l’altro il Real potrebbe avere ancora qualche interesse sulla vendita. Meglio attendere gli sviluppi. Il presidente della Samp aveva detto che gli sarebbero bastati 200 milioni, ieri si è addolcito. «Anche qualcosa in meno». Nel frattempo è stato nominato il presidente del collegio arbitrale che valuterà la domanda di rescissione del contratto: si tratta di Paolo Giuggioli, presidente dell’ordine degli avvocati di Milano.
Ora la vertenza avrà implicazioni di tipo economico e comportamentale, ma se dovessimo guardare solo a quanto raccontato dal campo, non c’è dubbio: Cassano sarebbe da tenere, trattenere, anzi spedire in campo quanto prima. Mentre nella scorsa stagione il periodo di punizione, studiato da Delneri, portò risultati positivi alla squadra più di quanto fosse prevedibile (tanto per citare: la media punti passò da 1,64 a 2,28 e la media gol da 1,22 a 1,57), stavolta il conto è tutto in positivo per il grande assente e in negativo per la squadra e Pazzini che, grazie agli assist di Fantantonio, ha ricostruito la sua credibilità.
L’anno passato le partite, senza il folletto, sono state 7 (considerando anche Samp-Lazio: entrò al 23’ del secondo tempo sul 2-1 acquisito), quest’anno siamo a 5 (3 pari, un successo e una sconfitta). E la media punti comincia ad essere preoccupante: 1,2 contro 1,42.

La media gol ancor peggio: da 1,42 a 0,2. Insomma se, con Cassano, la squadra ha realizzato 10 gol, nelle cinque gare in cui è stato assente, la Samp ha segnato una sola rete.
Che dire? Qui è peggio di quell’alluvione di bestialità uscite dalla sua bocca.

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