Campionati noiosi? Champions verità

Signora in Scozia per vendicare l'Italrugby. Pirlo: "Non saremo al top ma niente timore". De Ceglie ko

Campionati noiosi? Champions verità

Ci voleva la Champions per qualche risposta seria. Oramai chi crede ai campionati? Il Manchester United così inavvicinabile? La Juve così dispotica a dispetto di alcuni passi falsi? Il Barcellona che semina gol come giocasse a calcio balilla? E il Real così desolatamente indietro? Neppur avesse la rosa di una qualunque squadra italiana.

Facili le domande: Messi renderà gruviera la già pericolante difesa del Milan dopo aver seminato il terrore fra quelle spagnole? Realizza da tredici partite di fila. O ancora: riuscirà Cristiano Ronaldo a compiere il sogno di una storia madridista? «Voglio portare il Real alla decima coppa», ha raccontato ai giornalisti inglesi che ben conosce. Manchester è stata la città del suo svezzamento calcistico: non la rinnega, ma ora «che sono arrivato a meta carriera voglio lasciare un bel segno anche a Mardid». Nel 2013 il portoghese ha già realizzato 14 gol, tredici nei quali nella Liga, ma ora servono reti che contano visto che il Real è sprofondato nell'inferno di una classifica che punisce la sua storia ed anche la guida di Mourinho. Real a caccia della Champions per riscattare una stagione e salvare la faccia (per il posto ci penserà l'interessato) di Mourinho. Impensabile fallire con una squadra, ed una rosa, come la sua. Salvo presentare le dimissioni. Mercoledì, eppoi nel ritorno, Manchester e Real ci racconteranno davvero quanto valgono e dove potranno arrivare in Europa, visto che in campionato tutto sembra molto più chiaro. Stavolta dire fuori una, conterà molto di più.
Bella la Champions per creder davvero a un Barcellona siderale o a un Milan meno disastrato di come appare a giorni alterni. Istruttiva per rivedere il Galatasaray con il ripudiato Sneijder, il Paris Saint Germain senza Beckham e i due Thiago (Silva e Motta). Basterà Ibra per evitare che Parigi si bruci col Valencia?

Finalmente Champions per capirci di più pure sulla Juve. Il calcio italiano raddoppia subito la sfida scozzese inaugurata dal rugby. Non proprio esaltanti quelli della palla ovale. Speriamo che la palla rotonda rotoli meglio. Appuntamento a Glasgow, leggi Celtic e pensi a grandi sfide del passato. Ma poi dici Juve e vedi che il revival non è propriamente godibile: due sfide in Scozia e due volte sconfitta, si trattasse della squadra del Trap o di quella di Lippi. Nulla di irrecuperabile allora, molto peggio oggi dove il doppio incontro varrà una qualificazione da dolce sogno. La Juve non poteva chieder meglio del Celtic. Questa è la grande chance.
Il Celtic è arrivato agli ottavi all'ultimo secondo, ma lustrando prima gli ori nella partita di casa con il Barcellona: battuto 2-1. Messi fece il gol da papà, il portiere scozzese Foster la saracinesca, il keniano Victor Wyanama e Tony Watt realizzarono le reti del successo. Wyanama è il fratello di Donald Mariga, l'ex Inter ora al Parma, al quale ha telefonato nei giorni scorsi per chiedere consigli sulla Juve. Un ex interista che consiglia come battere la Juve è la ciliegina da pollaio insano di casa nostra.

La Juve è partita per Glasgow dove troverà Asamoah, lasciando a casa De Ceglie, bloccato da una lesione alla coscia destra, imbarcando Vucinic un po'pesto, fidandosi dell'esperienza di Nedved («Sarà una bolgia») e dei revival di Pirlo totalmente ritrovato alla causa bianconera. «Ho giocato contro il Celtic quand'ero con il Milan: ricordo una grande squadra e lo stadio con una bellissima atmosfera. Non facciamoci intimidire. In Champions servono energie per combattere. Ora stiamo bene, non saremo al top ma niente timore».
L'ultima Juve è molto più convincente della penultima, terz'ultima e quart'ultima. Pronta per avviare i motori e volare in Champions, credere al proprio destino. Pirlo ha giocato anche contro Neil Lennon, l'allenatore del Celtic. «Era un ottimo centrocampista», ha ricordato. «Molto aggressivo. Ha avuto una buona carriera anche come allenatore».

Due squadre a specchio, che si guardano nei caratteri dei rispettivi tecnici. Non basterà per vincere. Conterà segnare gol. Il Celtic ne ha appena realizzati tre in campionato. La Juve, con gli ultimi due, è arrivata a 50 reti complessive. E senza un cannoniere autenticato. Niente male.

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