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Il capodelegazione di un inno alla vita

Il capodelegazione di un inno alla vita

Racconta una voce di popolo: non c'è miglior specchio dell'amico vecchio. Cos'è mai un pallone, se non un vecchio amico, per Luca Vialli? Se lo è ritrovato fra le mani, fors'anche ha intuito al volo l'attimo felice che il destino gli stava recapitando. Lo ha acchiappato, baciato. E in quell' atto c'era tutto: amore, inno alla vita, un gesto antico, libertà di giocare ancora con la fantasia, ringraziamento all' arnese che gli ha riempito l'esistenza. Peccato non vedere gli occhi: dovevano essere uno spettacolo di umanità. Il pallone, il suo specchio, lui certamente se li è goduti. Diciamo grazie a Vialli, perché nel corso di una partita piacevole, godibile per il buon gioco della nazionale, ci ha regalato qualcosa di insperato: la famosa buona notizia che quasi mai i giornali e i giornalisti rincorrono. Ma di questi tempi ne abbiamo bisogno. Non barattate un momento così personale, ma un po' di tutti, con le scaramanzie dell'acqua santa o del rosario fra le mani: recapitate da una panchina azzurra non sono state un bel vedere.

Qui parliamo di un gesto umano, forse figlio della filosofia che ha sempre accomunato Vialli e Mancini. E chissà quanti altri. Appunto Mancini, fosse ct o allenatore di club, ha spesso sostenuto che non bisogna perdersi nulla del mestiere più bello del mondo e non bisogna dimenticarsene mai. Luca gli è stato gemello pure in questo ragionamento di vita. E, forse, la malattia, affrontata in modo coraggioso, gliene ha fornito maggior convinzione. Quel pallone capitato fra le mani doveva avere un'anima, non sempre è il caso che gestisce le storie: Luca meritava il premio di ritrovare le sensazioni di gioventù, carezzare il vecchio amico nel mezzo di una partita della nazionale, sentirne il profumo, un bacio per se stesso, per la loro storia. Poteva succedere mille altre volte, è successo in uno stadio vuoto. E tutti, perfino il pubblico social di solito perfido, si è inchinato a tanto spontanea intimità. Vialli è sempre stato un galvanizzatore, ora è un capo delegazione. Un capo delegazione di un inno alla vita.

Un bacio in tempo di Covid: questo sì è uno schiaffo a chi vuol togliercela.

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