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Cardinale benedice il modello Milan. "Ha lo spirito di Lebron"

Il paragone con la stella del basket Nba fa il paio con il modello innovativo dei rossoneri

Cardinale benedice il modello Milan. "Ha lo spirito di Lebron"

Gerry Cardinale dev'essere un uomo fortunato. Il suo debutto a San Siro, da nuovo proprietario del Milan, non poteva essere più eccitante. È arrivato allo stadio, ha riscosso l'endorsement di Paolo Maldini, ha visto il Milan, con a fianco i due Singer, trionfare sull'Inter del giovane Zhang conosciuto durante l'intervallo e ieri è ripartito per gli Usa dopo una puntata a Milanello. Qui ha riunito tutto lo staff del Milan: manager, dirigenti, area tecnica e il gruppo squadra per rilasciare loro un attestato molto impegnativo.

«Ho visto in voi lo spirito di LeBron James» ha raccontato quasi rapito da quella esibizione e firmando un'apertura di credito per la continuità aziendale che non sarà più in discussione da qui alle prossime mosse. Il paragone con una stella dello sport americano è quello che più da vicino conosce Cardinale, quello che impressiona invece del Milan, ormai capace di non stupire più, è la sequenza delle sue caratteristiche che ne fanno un modello completamente diverso e innovativo, opposto a quello in voga in gran parte del calcio italiano.

Prima caratteristica: una squadra con età media giovane, un monte stipendi medio-basso, sotto i 100 milioni che consente di affrontare il rinnovo di Leao senza il rischio di far saltare i conti del club, prossimo obiettivo quasi dichiarato e con i conti saldamente in ordine.

Seconda caratteristica: il team è formato in gran parte da calciatori di area francese, adesso allargata a qualche belga, di origine africana, disponibili ad allenamenti impegnativi e con veloce adattamento alla fatica.

Terza caratteristica: il lavoro certosino di Pioli a Milanello, quello di Maldini e Massara tra casa Milan e Milanello e la scelta mirata di ogni profilo corrispondente alle idee del club e al piano calcistico del suo allenatore, hanno creato una base molto solida nella quale sarà sempre più facile inserire i nuovi arrivati come De Ketelaere, ancora da valutare compiutamente.

Quarta caratteristica: dentro il Milan ci sono un paio di fuoriclasse, Maignan, Leao, non ancora consapevoli del proprio talento, pronti a seguire l'esempio e la guida spirituale di alcuni leader silenziosi, tipo Ibra in cima a tutti, Kjaer, Florenzi stesso e Tonali. Dopo l'1 a 1 di sabato pomeriggio, Zlatan si è alzato dalla sua postazione dietro la panchina per spiegare con gesti eloquenti a Leao che quello era il modo di concludere a rete, di potenza e di precisione.

Quinta caratteristica: i giudizi di critica e tifoseria che hanno sempre sottovalutato la cifra tecnica del Milan hanno fatto da benzina nel motore motivazionale del gruppo che si è ritrovato sempre a fare la parte, nei confronti dell'Inter, del pulcino calimero, brutto e sporco. Le frasi di Calhanoglu prima del derby di sabato (Pioli ha così eguagliato Allegri vincendone due di seguito) hanno avuto questo effetto benefico. Segnalato dallo stesso Giroud che ieri ha pubblicato un post su Instagram col quale ha raccontato ai tifosi: «Vi sento ancora». Riferimento esplicito al coro dei suoi curvaioli che hanno ripreso a cantare: «Si è girato Giroud, si è girato Giroud.

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