Ci sono tanti modi per mettere pressione alla Signora. Allegri sceglie le carezze. «La Juventus è la grande favorita, ancor più di noi l'anno scorso. È un gradino sopra le altre», l'elogio che mette sulle spalle della squadra campione d'Italia onore e oneri. Perché Massimiliano Allegri sceglie il basso profilo alla vigilia del trofeo Berlusconi. Non c'è spazio per attaccare dopo una stagione passata a duellare sul campo e fuori coi bianconeri. E così la squalifica di Conte è liquidata con un ibrido «situazione strana». Mentre la polemica cinese del Napoli contro la Juve è derubricata con una battuta: «Per fortuna mi sono addormentato alla fine del primo tempo». Non male. Ma niente a che vedere con gli esercizi di calcolo a inizio raduno: «Gli scudetti della Juve per me sono 31», subito ricambiato da «le stelle del Milan sono due», di Andrea Agnelli.
Adesso è un'altra storia. Allegri in quei giorni aveva ancora Ibrahimovic e Thiago Silva. Quindi pensava di lottare ad armi pari con la Juventus. Un mese dopo non è più tempo di «sognare, ma di guardare in faccia la realtà e adeguarsi». I sacrifici estivi sono stati dettati dalla crisi economica e dal fair play finanziario: «Impossibile comprare campioni». Linea societaria condivisa da Allegri che però chiarisce gli obiettivi: «L'importante è che tutti siano consapevoli dei nostri limiti. Io non sogno e parlo poco». E allora non si parla più di scudetto ma di «un posto tra le prime tre fondamentale». Non si parla più di Champions ma di «passaggio del primo turno». Perché la sfida alla grande rivale è impari, lo dice il mercato: circa 50 milioni investiti dalla Juve finora, 5 per il Milan. «Loro hanno fatto un ottimo lavoro, ma nessuna invidia. Se sono rimasto e perché ho accettato la sfida. Sapevo a cosa andavo incontro».
A un non mercato per ora, in sintesi. Ma Allegri rilancia: «Lotteremo per ridurre il gap. Sono soddisfatto della squadra che ho». Punta su Pato: «L'ho visto bene». Ma è proprio lì davanti che si aspetta qualcosa: «Numericamente ci manca una punta». E anche se è vietato sognare nei desiderata da presentare nella cena di stasera a Berlusconi e Galliani, ci sono anche un terzino sinistro e un centrocampista. Ma tutto per ora ruota attorno all'attaccante. Allegri sfoglia la margherita... partendo da Cassano: «Deve fare il professionista. Per ora è un giocatore del Milan, che ha fatto tanto per lui: l'ha guarito, fatto rientrare e mandato agli Europei. Poi da qui al 31 agosto vedremo». Uno scambio con Pazzini? «È un giocatore dell'Inter decidono loro dove mandarlo». Riguardo agli altri papabili «Borriello se n'è andato due anni fa e sono situazioni da valutare. Matri resta alla Juve perché non si priveranno di un giocatore che ha fatto i gol decisivi nella passata stagione, tra cui uno a San Siro...». Nella partita del gol fantasma di Muntari.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.