Dicono che sia stato il diavolo a inventare il calcio. Smentisco la tesi suggestiva e romantica. Non il diavolo ma un clown, perché basta un minuto di riflessione per comprendere la provocazione: chi è l'allenatore della Juventus? Luciano Spalletti. Ah, quello con il tatuaggio del Napoli sull'avambraccio destro? Esatto. Proseguo: chi ha vinto l'ultimo scudetto con il Napoli e lo guida con massima partecipazione? Antonio Conte. Chi? Quello che "sono juventino di fede e di nascita"? Massì. Non è finita: chi è l'allenatore del Milan? Massimiliano Allegri. Colui il quale si commosse quando fu licenziato a Torino e gli fu preferito Sarri? Sì, proprio lui. Ancora: Chi ha vinto l'ultimo titolo europeo con la nazionale azzurra? Roberto Mancini. Ah, lo stesso che senza preavviso fuggì verso i dollari sauditi e oggi è disoccupato? Sì. A proposito, chi è il commissario tecnico dell'Italia? Rino Gattuso. Ma come, il Ringhio che è stato più volte licenziato? Perfetto. Finalone, chi guida la nazionale Under 21? Silvio Baldini. Ricordo, non fu lui a prendere a calci il collega Di Carlo? Totale: il mondo degli allenatori è una casella del Monopoli, imprevisti e probabilità ma nel gioco da tavola i soldi sono fasulli a differenza degli euro verissimi che circolano tra i docenti della tattica. Il rientro di Spalletti risponde dunque al normale percorso di un professionista che, così Conte, Allegri, Mancini e il resto del cucuzzaro, come un marinaio giura fedeltà e amore ad ogni porto di attracco per poi navigare verso nuovi lidi, sempre dichiarando la stessa passione.
A Napoli se ne facciano una ragione, i veri uomini infami sono quelliche rovinano la vita e l'immagine di una città magica. Dunque basta non cadere nella trappola degli annunci matrimoniali, spesso e volentieri scritti da noi giornalisti. La giostra si muove, altro giro, altro regalo.