«Sapevo che sarebbe stato un Europeo difficile e sono onorata di questo podio». Il giorno dopo la notte ungherese con i colori del bronzo anche gli ultimi dubbi di Carolina Kostner si dissipano: contro l'armata russa delle baby del ghiaccio, programmate per vincere come Yulia Liptniskaia, ora a 15 anni e Adelina Sotnikova, argento a 17 anni, proprio non si poteva fare di più. «Caro» è come un Davide di fronte a due «golia» al contrario: sì, perché lei è il gigante - per età e grazia - e loro le bambine. Kostner è, oggi, una donna che sta ai vertici del pattinaggio mondiale da oltre 10 anni, con nove medaglie europee, di cui 5 d'oro e altre cinque sigilli a livello mondiale, oro a Nizza 2012 e argento a Zagabria nel 2013, tanto per ricordare a fil di lama. Sulla carta d'identità di Caro però ci sono anche altri numeri che raccontano delle sue 26 primavere al cospetto delle due russe che a Budapest le sono passate davanti, ipotecando anche la gloria in palio a Sochi dove la concorrenza sarà allargata alle signore dell'Est, la giapponese Mao Asada e la coreana Yu Na kim. Si può dominare per maturità e sensualità come ha fatto in pectore Caro anche a questi Europei, ma perdere col turn over in uno sport che lancia baby star: il libero dello neo iridata Yulia Liptniskaya, di rosso vestita sulle note di Schindler's list, proprio come l'unica sequenza a colori del film di Spielberg, era perfetto da sembrare finto se paragonato alla grazia consapevole di Carolina.
Oggi a Budapest tocca alla coppia di artistico Stefania Berton e Andrej Hotarek, quinti dopo il corto e con la voglia di imitare l'altra coppia d'oro della danza Anna Cappellini e Luca Lanotte.
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