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Caso Schwazer, a Bolzano l'udienza sulla nuova perizia dei Ris

La nuova udienza che si svolgerà oggi presso il Tribunale di Bolzano potrebbe portare ad una svolta nel caso Schwazer che nel 2016 fu squalificato per otto anni per recidiva al doping

Caso Schwazer, a Bolzano l'udienza sulla nuova perizia dei Ris

La carriera di Alex Schwazer si è interrotta definitivamente nel 2016, quando fu trovato positivo all'antidoping e per recidiva fu condannato a otto anni che misero di fatto fine alla sua carriera. L'ex marciatore altoatesino respinse con forza le accuse nel pieno dei giochi olimpici di Rio de Janeiro a cui non potè prendere parte proprio per questa ragione: "Sono innocente, è una porcata, è un complotto". Schwazer, oggi, può tornare parzialmente a sorridere dato che a distanza di oltre tre anni il caso sarà riaperto dopo la nuova perizia messa a punto dal Ris dei Carabinieri di Parma che proverebbe che le analisi che hanno portato alla condanna di Alex per doping potrebbero essere state manomesse.

Nella giornata di oggi, infatti, presso il Tribunale di Bolzano sarà discussa la perizia del reparto investigazioni scientifiche di Parma sul Dna dei campioni di urine del 34enne di Vipiteno. L’avvocato di Schwazer, Gerhard Brandstaetter, ha denunciato una lunga serie di errori e sospetti che hanno portato i flaconi di urine del suo assistito dalla casa dell'atleta di Vipiteno fino a Colonia, sede del laboratori antidoping, passando per Stoccarda dove questi campioni sono rimasti fermi per quasi un giorno intero, 22 ore.

Walter Pelino è il giudice incaricato per le indagini preliminari e dovrà valutare l'esistenza o meno di una responsabilità da parte di Schwazer sulla base di una nuova perizia da ben 157 pagine e già consegnata nei giorni scorsi a chi di dovere dal comandante dei Ris di Parma, Giampietro Lago. Nel 2016 non fu accusato solo l'ex marciatore azzurro ma anche il suo allenatore Sandro Donati, che ha sempre fatto della lotta antidoping la sua filosofia di vita e con cui Alex voleva ripartire dopo la prima condanna per doping avvenuta nel 2012.

L'ex allenatore di Schwazer è tornato oggi all'attacco: "Sin dal primo momento sono stato sicuro della sua innocenza. Alex è stato vittima di una congiura infame, eliminato per vendetta". In tutta questa vicenda la Fidal, federazione italiana, la Iaaf, ovvero la federazione internazionale e la Wada, l'organizzazione mondiale per la lotta all'antidoping compaiono come parti lese in questo processo in cui Schwazer fu accusato di frode sportiva.

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