Cazorla, resurrezione a suon di gol

Dopo 8 operazioni e oltre 5 anni di calvario, ora gioca senza tallone

Luigi Guelpa

Il primo gol della resurrezione è arrivato di destro, con quel piede privo di 10 centimetri di tallone e che un anno fa, di questi tempi, sembrava destinato ad essere amputato. Il gol del definitivo 2 a 2 Santi Cazorla l'ha messo a segno di testa, saltando più in alto di tutti, facendo leva su un ginocchio dai legamenti sfilacciati. L'impresa del derelitto Villarreal che ha imposto il pari al Real galacticos diventa quasi una notizia da fondo pagina rispetto all'impresa di Cazorla e alla fine (forse definitiva) del suo calvario. Per cinque anni il centrocampista di origini asturiane ha sofferto le pene dell'inferno: ha frequentato più medici e ortopedici della sua famiglia, ha dormito più ore nelle stanze di un ospedale che nel suo letto, ma non si è mai arreso, accarezzando a quasi 35 anni una seconda primavera.

Il 10 settembre 2013 la Spagna gioca un'amichevole contro il Cile, Cazorla riceve un colpo al tallone che gli provoca una frattura ossea. Nulla di irreparabile, tant'è che neppure due mesi dopo torna in campo con l'Arsenal. «Durante ogni partita sentivo dolore - racconta - e i problemi di postura indebolirono il ginocchio sinistro e i legamenti si ruppero». Obbligato a rimanere fermo per recuperare dall'infortunio il problema al tallone destro si riacutizza e nella primavera nel 2016, Cazorla scopre di doversi operare al tendine del piede destro. «Anche questa volta fu un problema di postura, per ridurre il dolore al ginocchio sinistro forzavo sull'altra gamba». L'operazione non sembra particolarmente invasiva, ma i punti di sutura si riaprono al minimo sforzo. Alla fine Cazorla viene rioperato al piede destro per ben otto volte, dovendo anche fare i conti con un'infezione che gli ha divorato un'abbondante porzione di tallone. «Se non fosse andata a buon fine l'ultima operazione gli ortopedici mi avrebbero amputato il piede per frenare l'estendersi dell'infezione». L'intervento va a buon fine, ma il calciatore spagnolo è costretto a rimanere praticamente immobile per un anno.

Nel frattempo è rimasto ai margini dell'Arsenal, club londinese che l'aveva acquistato dal Malaga nell'estate del 2012 per 22 milioni di euro.

La scorsa estate viene contattato dal Villarreal, il suo antico club. «Non riuscivo ancora a correre - racconta - ma hanno saputo aspettarmi». Il 18 agosto arriva il momento dell'esordio, giovedì sera quello del miracolo.

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