Calcio d'agosto, diceva qualcuno. Con settembre si vederà la vera Juventus, gli faceva eco qualcun'altro. Ora settembre è arrivato ma la Juve, quella vera, non c'è. Un punto in tre gare, con la Roma che scappa, somiglia più ad una crisi che ad un semplice ritardo.
"Facile venire allo stadio e applaudire quando tutto va bene. Il vero tifoso applaude quando il momento è difficile, per aiutare la squadra" ha detto a fine gara Leonardo Bonucci, segno che ai giocatori non sono piaciuti i mugugni provenienti dalle tribune. Lo stesso Buffon nel corso della gara di ieri ha urlato alla curva "Adesso abbiamo bisogno di voi". Prova, questa, che anche nello spogliatoio si è capito che la macchina dello scorso anno si è inceppata.
Un Chievo ben organizzato ha messo in difficoltà la Juve in un modo che fino a qualche mese fa non sembrava possibile. Gli uomini di Allegri sono sembrati con le idee confuse, ancora indietro nella preparazione fisica e sfilacciati. In molti casi la squadra si è allungata senza motivo. Marchisio nel ruolo che era di Pirlo ha fatto quello che ha potuto, ma le linee di passaggio erano sempre chiuse, segno di un'organizzazione tattica insufficiente.
Allegri a fine partita ha chiesto tempo: "Chiuso il mercato e rientrati i giocatori dalle nazionali abbiamo cominciato a lavorare da pochi giorni" si perché il mercato c'è stato, ed è stato importante, ma troppo lungo. Chiudere la campagna acquisti al 31 agosto consegna nelle mani del tecnico una squadra troppo acerba. Non è un caso che i migliori in campo fossero anche quelli più spaesati. Bene sulla fascia sinistra Alex Sandro che però dialoga poco con i compagni, così come Hernanes che tocca molti palloni ma che cerca più la giocata personale, che il passaggio smarcante per le punte.
Certo, anche il tecnico fa il suo per complicare le cose. Lascia Pogba in panchina e gioca con un centrocampo rimaneggiato più volte. Sempre 4-3-1-2 ma nel primo tempo mette Marchisio in regia accompagnato da Sturaro e Pereyra con Hernanes sulla trequarti, mentre nella ripresa arretra il brasiliano in regia, sposta Pogba a destra e mette Pereyra sulla trequarti, troppa confusione. Davanti brilla solo Dybala, mentre Morata delude. Probabilmente sarebbe servito molto di più Mandžukić che avrebbe potuto sfruttare meglio i cross di Alex Sandro persi sul fondo, ma nei quindici minuti finali non può fare molto.
Male anche lo Juventus Stadium. Il manto, eccellente negli ultimi 4 anni, è apparso rovinato, pesante e con poca aderenza. Urge correre ai ripari.
Lavorare molto per tornare a vincere, senza parlare di scudetto o del passaggio del turno della Champions League, ha detto ieri
Allegri, ma tra due giorni c'è la sfida europea con un'altra capolista, il Manchester City, e questa volta non basteranno gli acuti dei singoli per contenere Aguero e compagni. Sarà crisi Juve anche in Europa?
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