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Cesc, il socio-calciatore. "Qui per il Como in A. E per segnare a Buffon"

Contratto biennale per Fabregas che sarà anche dirigente e azionista del club lariano

Cesc, il socio-calciatore. "Qui per il Como in A. E per segnare a Buffon"

Il «Como 1907», due giorni fa, aveva cinguettato su Twitter: «HUGE news in the next 24 hours». E, passata la nottata (con i tifosi a rigirarsi nel letto per la tensione), l'«ENORME notizia» è arrivata: «Fàbregas è un giocatore del Como». Nei peggiori, e nei migliori, bar in riva al lago se ne parlava da giorni; ma poi c'era sempre il pompiere di turno a spegnere le fiamme dell'illusione: «Fàbregas con noi in B? Troppo bello per essere vero». Invece era - è - tutto meravigliosamente vero, e ora anche gli ex scettici «vigili del fuoco» esultano a sirene spiegate.

Ma la cosa più incoraggiante non è tanto il colpo di mercato in sé che ha portato sul prato del «Sinigaglia» il 35enne pluricampione (ex Arsenal, Barcellona, Chelsea e Monaco) che con la Spagna ha vinto due Europei e un Mondiale, bensì la «strategia aziendale» che sta dietro al biennale milionario che i fratelli Robert Budi e Michael Hartono (patrimonio stimato in 18 miliardi di dollari, secondo Forbes i proprietari di un club calcistico più ricchi al mondo) sono riusciti a far firmare alla stella Cesc Fàbregas, che nel Como giocherà con la maglia numero 4.

Fàbregas rappresenta infatti per la società lariana un «investimento a lungo termine»: «Dopo i due anni di contratto rimarrò come dirigente, uomo-immagine e azionista del club». Poi una sviolinata all'Italia: «Amo il vostro Paese, i miei figli hanno nomi italiani. Nel 2016 poteva prendermi il Milan, poi non se ne fece nulla».

Decisivo per l'arrivo dello «svincolato» Fàbregas il ruolo dell'ad della società lariana, Dennis Wise, ex centrocampista del Chelsea e della nazionale inglese, scelto dalla famiglia Hartono come longa manus della proprietà per valorizzazione il brand-Como sul mercato internazionale.

L'operazione-Fàbregas non ha infatti precedenti nella pur gloriosa storia del Como, che fino a oggi poteva evidenziare nella sua «Lista dei Santi» solo un'immaginetta proveniente dal paradiso Mundial di una sacra nazionale: il brasiliano Dirceu. Ma parliamo del 1985, un'era geologica fa. Oggi invece i «crociati» possono godersi il loro nuovo Papa Cesc («Cesc», 4 lettere simili a «Como») come giocatore extralusso della Serie B dove il solo Gianluigi Buffon (al quale Fabregas ha già promesso di «fare gol») può vantare un albo d'oro paragonabile a quello dello spagnolo. Ma Fàbregas pensa alla grande: «Sono qui per portare il Como in A. Già quest'anno. Se possibile». Ma quel, «se possibile», i tifosi in delirio hanno fatto finta di non sentirlo. Troppo forte la voglia di tornare a sognare una Serie A perduta maledettamente nella stagione 2002-2003 e mai più ritrovata.

Dopo vent'anni il sortilegio potrebbe svanire. Grazie a un mago spagnolo.

Il suo nome? Fàbregas.

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