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Champions da prima volta. L'Atalanta vuole sbancare il tavolo delle otto grandi

Gasperini se la gioca alla pari con il Psg: "Siamo come la Nazionale. Rappresentiamo l'Italia..."

Champions da prima volta. L'Atalanta vuole sbancare il tavolo delle otto grandi

A Lisbona per fare la storia. L'inedita final eight di questa strana Champions, mandata in isolamento sulle rive dell'Atlantico, in un clima più da sotto vuoto spinto che da festa sportiva, vedrà tutto il meglio d'Europa concentrato in una decina di giorni, da questa sera con la disputa del primo quarto di finale in gara secca, a domenica 23 giornata della finalissima. Un mini torneo, insomma, più paragonabile ai campionati europei per Nazionali, quando anche questa manifestazione non era ancora stata dilatata, che a una classica coppa per club. Una soluzione inedita che potrebbe anche portare a una conclusione inedita.

Questa almeno la speranza dei due club che apriranno le danze stasera, Atalanta e Paris St.Germain, prime di un lotto che comprende anche due spagnole (Barcellona e Atletico), due tedesche (Bayern e Lipsia), un'altra sorpresa francese (il Lione) e una sola inglese, il Manchester City, visto che il Liverpool campione in carica ha già fatto le valigie negli ottavi contro i colchoneros. Già dall'esame delle otto finaliste, su questa Champions tira effettivamente aria di nuovo. Esclusi Bayern e Barcellona, che tra l'altro dovranno eliminarsi a vicenda venerdì sera, tutte le altre sei regine non hanno mai vinto la coppa dalle grandi orecchie. E, per un torneo conservatore come la Champions, è già una vera minaccia. Potrebbe essere finalmente l'anno dell'Atletico, che la coppa l'ha già sfiorata tre volte con tre incredibili finali beffa, potrebbe essere la consacrazione del Manchester City miliardario, ma potrebbe anche essere la coppa degli sceicchi di Parigi.

In mezzo a tutto questo non sfigura dunque nemmeno l'Atalanta senza storia (su definizione di Andrea Agnelli), che in fondo dal punto di vista della nobiltà non ha proprio nulla da invidiare al PSG pieno di petrodollari ma pur sempre con una bacheca da parvenu, se non fosse per la coppa delle Coppe strappata al Rapid Vienna nel '96 con un goletto del futuro stopperone milanista Bruno N'Gotty. Per il resto gli sceicchi non hanno fatto che spendere e piangere: nelle ultime sette edizioni della Champions sono usciti tre volte agli ottavi e quattro ai quarti, mentre l'unica presenza dei parigini in semifinale risale a 25 anni fa, eliminati dal Milan di Boban e Savicevic.

Senza storia a chi? Davanti ai risultati dei francesi, anche i bergamaschi potrebbero in fondo aggrapparsi alla loro storica semifinale di coppa Coppe '87-88, una vita fa: era la piccola Atalanta dei miracoli di Emiliano Mondonico, fatta di Piotti e Stromberg, Andrea Icardi e Daniele Fortunato, Ivano Bonetti e Oliviero Garlini. Perse con il Malines due volte per 2-1 ma pensò di aver scritto la pagina più alta della storia nerazzurra. Fino a questa sera. Fino all'esame di Thiago Silva, Maurito Icardi e Neymar. Anche senza Verratti e M'Bappé, una vera montagna da scalare. Ma Gasperini si carica: «Siamo come la Nazionale, rappresentiamo l'Italia».

In particolare Bergamo, ricordata dal primo ministro del Portogallo, Costa: «È simbolico ripartire dalla squadra di una città che ha sofferto molto».

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