Che cosa scegliere: bifuel, ibrido, plug-in o elettrico?

Che cosa scegliere: bifuel, ibrido, plug-in o elettrico?

I privilegi e le esenzioni per le auto più virtuose sotto il profilo ambientale sono destinati a estendersi nei prossimi anni, e la scelta, oggi, di una nuova auto, non può prescindere da questa prospettiva. Per fortuna, l’offerta di modelli «verdi» va ogni giorno ampliandosi in tutte le «sfumature» e in tutti i segmenti, dalle piccole city-car fino ai Suv di taglia XXL.
Diventare automobilisti virtuosi ha ovviamente un prezzo, anzi, un sovrapprezzo legato alle tecnologie più o meno complesse montate sulle vetture. Il modo più economico per inquinare meno e emettere meno CO2 è senza dubbio offerto dai veicoli bifuel, quelli che montano un motore a benzina che può utilizzare, come carburante alternativo, stivato in un secondo serbatoio, il Gpl oppure il gas metano, mantenendo inalterate le prestazioni.
Il maggiore costo di un veicolo nuovo così equipaggiato, oppure la spesa per una trasformazione di quello già posseduto (l’operazione è oggi affidabilissima e garantita), sono abbondantemente compensate dal risparmio alla pompa. Infatti, secondo un calcolo fatto dal Centro Studi Promotor-Gl events, il costo medio di un chilometro percorso a metano è di 6,45 cent, 11,49 a Gpl, 14,93 a gasolio e 18,18 a benzina, cifre che spiegano l’impennata che le vendite di auto bifuel hanno segnato nei primi quattro mesi di quest’anno (più 91% il Gpl, più 52% il metano).
Sono invece frenate le vendite di autovetture ibride, non premiate da particolari incentivi, ma comunque ammesse a circolare (e a non pagare gabelle dove queste sono previste) nelle zone a traffico limitato e nei giorni di blocchi alla circolazione. Le autovetture ibride si dividono in tre categorie: micro-hybrid, mild hybrid e full hybrid, ma solo le ultime due sono ibride autentiche; montano, cioè, un propulsore tradizionale, a benzina oppure diesel, e un motore elettrico che può spingere da solo la vettura (le full) oppure cooperare con il principale per ridurre i consumi. Le batterie vengono ricaricate durante la circolazione sfruttando il recupero di energia in frenata.
La tecnologia micro hybrid, è invece composta da una serie di dispositivi, come lo start&stop o il recupero dell’energia nelle frenate, che contribuiscono a ridurre il consumo di carburante.
A metà strada tra ibride ed elettriche pure si collocano le «plug-in» (ancora pochissime quelle disponibili sul mercato), vetture sulle quali le batterie consentono una percorrenza di alcune decine di chilometri con il solo motore elettrico e possono essere ricaricate attraverso una normale presa di corrente.

Per il momento il motore elettrico è abbinato soltanto a uno a benzina che, secondo le dimensioni del serbatoio del carburante, garantisce quella che viene definita «autonomia estesa» (range extended), la sicurezza, in parole povere, di poter raggiungere sempre la meta, anche quando la carica delle batterie è esaurita, una garanzia che le elettriche pure (non hanno un motore termico di supporto), in assenza di una rete di rifornimento capillare, non possono offrire. Anche per queste, le Zero Emission Vehicle, come vedremo in queste pagine, sono tuttavia numerose le proposte dei costruttori.

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