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Chi è Oscar Pistorius

Il primo "cieco a scalare l’Everest" con la partecipazione alle Olimpiadi di Londra dei normodotati sui 400 metri

Chi è Oscar Pistorius

È stato capace di trasformare l’handicap di due gambe amputate sotto il ginocchio in un vantaggio: Oscar Pistorius, come ha detto qualcuno, è stato "il primo cieco a scalare l’Everest" con la partecipazione alle Olimpiadi di Londra dei normodotati sui 400 metri, una picconata al muro delle disabilità.

Nato a Pretoria il 22 novembre 1986 senza le tibie con un intervento di amputazione quando aveva appena 11 mesi, Oscar Leonard Carl Pistorius è stato il primo doppio amputato a competere alle Olimpiadi. Con le sue avveniristiche protesi, "Blade runner" si è classificato per le semifinali dei 400 metri e ha tagliato il traguardo in 45,44 secondi, il suo quarto tempo più veloce su quella distanza. Qualche settimana più tardi, è tornato a Londra per i suoi terzi Giochi Paralimpici, dove però ha subito
la sua prima sconfitta in nove anni sui 200 metri, dove ha preso solo l’argento; si è rifatto vincendo l’oro nella staffetta 4x100 e nei 400 metri.

Profondamente impresso nella mente del pubblico per le sue protesi in fibra di carbonio, l’atleta sudafricano è forse lo sportivo più riconoscibile al mondo: non a caso Time Magazine l’anno scorso l’ha inserito tra le 100 persone più influenti del pianeta. Pistorius, che ha un forte legame con l’Italia (dal 2011 si allena a Gemona del Friuli e spesso trascorre le vacanze a Grosseto), incarna i valori ideali dello sportivo: energia, impegno, capacità di lottare oltre le sconfitte.

Avviato allo sport dalla famiglia quando era ancora piccolissimo, ha conosciuto da subito risultati incoraggianti: uno dei suoi insegnanti, al liceo, ha raccontato di non essersi accorta delle protesi per sei mesi. Le protesi pesano il 20% in meno di una gamba in carne e ossa e quindi gli danno una maggiore velocità nella falcata (quasi quattro al secondo) sui rivali. Inizialmente escluso dai Giochi Olimpici di Pechino 2008, riuscì a far ribaltare la sentenza ma non a qualificarsi. Si è consolato l’anno dopo, ai mondiali di Daegu, in Corea del Sud, vincendo la medaglia d’argento 4x400m, primo amputato a vincere una medaglia in una competizione per normodotati (anche se ha corso solo nelle batterie).

A Londra, infine, la consacrazione.

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