Ci diano pure dei furbetti del cartellino

di Franco Ordine

Una squadra contro Ibra o meglio ancora Ibra contro tutti noi. Non si può sfuggire alla suggestione della sfida di oggi pomeriggio perché racchiude qualche vecchio conto in sospeso e taluni giudizi sul conto del gigante svedese che hanno diviso e dato spago a polemiche feroci in passato. Dodici anni prima, in Portogallo, proprio Ibra beffò la compagnia azzurra del Trap con quel tacco che fece storia e che risultò una sorta di sberleffo anche per Bobone Vieri, arrampicatosi inutilmente lungo il palo nel tentativo goffo di respingere il pallone. Dodici anni più tardi sempre lui, il satanasso, può decidere del destino della ciurma di Conte nel girone e addirittura il piazzamento finale. L'idea del ct, da condividere, è quella di non stravolgere lo schieramento di Lione per evitare rilassamenti e contraccolpi che costarono a Sacchi (europeo del '96) una precoce e immeritata eliminazione al primo turno. Da solo Ibra ha portato la Svezia in Francia, è stato lui a trascinarla allo spareggio con la Danimarca vinto, è stato ancora lui a ispirare il pareggio riparatore della prima contro l'Irlanda.

Perciò stasera sarà Italia contro Ibra, già concentrato a puntino come ha garantito il suo ct Hamren, per farci un'altra festa. Solo che questa volta la Nazionale è preparata e del rivale svedese conosce ogni aspetto, il talento straordinario, il fisico da judoka e il temperamento fumantino, basta una tacchettata fuori posto per provocare la reazione più inattesa. Ma anche lui, Ibra, è un vecchio frequentatore del saloon calcistico italiano. Con Chiellini ha ingaggiato duelli rusticani, aspetterà al varco Bonucci, solo nei confronti di Buffon ha il sacro rispetto che si deve al pari grado, da fuoriclasse a fuoriclasse insomma. E allora è il caso di affrontare questo tutti contro Ibra con le accortezze del caso, tenendo anche conto che è meglio spendere il secondo giallo (4 sono già i diffidati di casa azzurri) in vista dell'Irlanda per ripulire la fedina disciplinare prima degli ottavi. Poi ci daranno dei furbetti del cartellino ma pazienza. Arrivare primi nel girone, infine, non è detto che si riveli una jattura.

La Spagna di questi giorni non ha luccicato, solo la Croazia può rivelarsi quel che è sempre stata per il club Italia, un fastidioso cliente. L'incognita è quella nota: la Svezia aspetterà al varco, toccherà agli azzurri fare la partita e senza un costruttore di gioco sarà complicato.

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