Basta pagare e anche le multe finiscono in archivio. Elementare ma nel football accade che un club ricco, anche troppo, venga assolto, o meglio non condannato a due anni di esilio da qualunque competizione internazionale per avere violato le regole del fair play finanziario e, dopo indagini, interrogatori, perquisizioni, possa spassarsela con il versamento, appunto, di quella cifra modesta che cancella il castigo. Il Manchester City giocherà tranquillamente le prossime coppe, l'Uefa ha fatto finta di travestirsi da giudice severo ma sotto la toga teneva il portafogli pronto a gonfiarsi, please, il sultano Mansur tirerà fuori l'argent de poche per lui che ha un patrimonio personale attorno ai diciassette miliardi di euro con riferimento alla cassa di famiglia di Abu Dhabi che supera i mille miliardi.
Qualcuno sostiene che si tratti della sconfitta dell'Uefa e del flop del financial fair play. In verità è una furbata per incassare una parte del dovuto, il Manchester City garantisce denari tra diritti tivvù e sponsorizzazioni di Champions, tenerlo fuori per anni due sarebbe stato un harakiri non richiesto, soprattutto ora che il coronavirus ha depredato la banca Uefa di altri introiti, costringendo il governo europeo del football a un inedito format conclusivo per la coppa più importante.
Una furbata che consegna a Pep Guardiola la possibilità di ridiscutere il proprio contratto in scadenza la prossima estate, così come quelli di Aguero e Fernandinho per citare i migliori. Molte api o jene si aggiravano attorno al club inglese, ora è lo stesso City a puntare i propri desideri su figure di primissima qualità, si scrive di Koulibaly ad esempio e posso prevedere che De Laurentiis alzerà il tiro, cioè la quotazione del difensore, dinanzi al capriccio dell'emiro arabo. Non va trascurato il fatto che la sentenza favorevole sia stata decisa e scritta da un trio di giudici, della Corte Arbitrale dello Sport di Losanna, così formato: Rui Botica Santos, portoghese, Andrew McDougall nobile francese, e Ulrich Haas, tedesco, i quali hanno demolito la tesi dell'accusa secondo la quale il City avrebbe sopravvalutato i ricavi da sponsorizzazione nei bilanci e nelle informazioni sul pareggio di bilancio, tra il 2012 e il 2016.
Tutto era nato dallo scoop di Football Leaks relativo ad affari commerciali e sponsor che risalivano allo stesso club. Nessuna prova, nessun documento e comunque tutto prescritto. Lo sceicco aveva pronte le carte legali contro l'Uefa e questa sua azione, dunque la mancata collaborazione, ha portato alla multa, direi per sosta oltre l'ora consentita.
Come ha reagito l'Uefa? Ha preso atto della decisione di Losanna, sempre Svizzera è, e ha messo come data ultima per il versamento dei dieci milioni, il 13 di agosto. Un mese, con gli interessi per lo sceicco. Si sono udite risate fragorose lungo la Corniche di Abu Dhabi.
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