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Il City punta le stelle: preso un astrofisico

La squadra di Guardiola assume uno specialista particolare. Ma non è la prima

Il City punta le stelle: preso un astrofisico

Dominio in patria, forse in Europa e nel mondo. Prossimo obiettivo: lo spazio. È una battuta, ma non troppo, perché il Manchester City ha alzato ulteriormente l'asticella dello sviluppo ingaggiando, già da qualche settimana, nuovi specialisti, tra cui un astrofisico, Laurie Shaw, per incrementare il livello di raffinatezza e tecnologia nell'analisi e nella preparazione delle partite e delle stagioni.

Non è una novità assoluta, a dire il vero: al Liverpool già dall'aprile del 2012 lavora, come responsabile della raccolta e dell'analisi dei dati, Ian Graham, laureato in fisica teorica e, già da ragazzino, tifoso dei Reds, che era però prima passato per un incarico simile al Tottenham. Nel suo staff ci sono, sempre dal 2012, un astrofisico (Tim Waskett), un ex campione di scacchi a livello giovanile e consulente energetico (Dafydd Steele), un laureato in fisica ed ex consulente del Cern (Will Spearman).

Graham nel 2015 conquistò la fiducia di Jürgen Klopp, allora appena arrivato, mostrandogli l'analisi di una partita che il Borussia Dortmund dello stesso Klopp aveva perso qualche mese prima pur dominando. Graham quella partita non l'aveva neanche vista, ma il suo rapporto fu così preciso da convertire Klopp, e da poco il Liverpool, unitamente ad una società chiamata Deepmind, ha iniziato addirittura a sperimentare la possibilità di coach... artificiali, modelli che esaminando i dati siano in grado di definire quali siano gli undici titolari più indicati per una specifica partita.

Cosa accadrebbe ai coach veri non si sa, ed è evidente che almeno sul piano teorico si sta cercando in ogni modo di trovare lo spunto in più. Come fa ora il City per staccarsi proprio dal Liverpool, al quale è legato pure da una storia di spionaggio industriale: alcuni anni fa infatti il club di Manchester notò l'interesse improvviso dei rivali per un giovane giocatore fin lì sconosciuto, e un'indagine svelò che qualcuno, proprio dagli uffici dei Reds, era entrato illegalmente nel database del City e aveva letto i rapporti degli osservatori.

Era nata una protesta alla Premier League, risolta in sede extragiudiziaria col risarcimento di un milione di sterline pagato dai Reds al City nel 2013, rimasto sconosciuto ai più fino ad un'indiscrezione rivelata nel 2019 dal Times.

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