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Club e calciatori divisi dal "modello" Juve

La Lega: sospensione totale degli stipendi, l'Aic apre a una riduzione parziale

Club e calciatori divisi dal "modello" Juve

Grandi manovre in corso nel calcio italiano. Ieri la Lega di Serie A ha inoltrato all'AIC il documento relativo alla questione stipendi redatto dall'avvocato Leonardo Cantamessa. I club di A hanno chiesto l'interruzione dei pagamenti degli stipendi dei calciatori fino al termine dell'emergenza Coronavirus, con la sospensione totale degli emolumenti di marzo, aprile, maggio e giugno in caso di non ripartenza del campionato. Un'opzione che appare sempre più concreta. Cresce, infatti, il fronte dei presidenti che non vogliono più giocare e considerano già chiusa la stagione 2019/20. Al gruppo delle piccole (Brescia, Samp, Genoa, Udinese, Lecce e Spal) si sono aggiunte Torino, Fiorentina e Bologna con l'appoggio delle big Inter e Juve. Undici club su 20, con il partito di chi vuole riprendere il torneo a tutti i costi ridotto ai minimi termini (Lazio, Napoli, Cagliari e Verona), che tuttavia restano arroccate sulle loro posizioni.

A sostegno di ciò nuovo attacco social alla Juve da parte del responsabile comunicazione della Lazio, Arturo Diaconale: «C'è chi vuole annullare il campionato per avere lo Scudetto d'ufficio e dedicarsi alla Champions». In realtà, come filtra dal club bianconero, Agnelli non ha mai richiesto l'assegnazione del titolo in caso di cristallizzazione della Serie A. Nel guado tra le due fazioni Roma, Milan, Parma, Atalanta e Sassuolo che non hanno ancora preso una posizione ufficiale.

La palla passa così all'AIC che per ora non si sbottona: tanti calciatori, infatti, temono che dietro la proposta della Confindustria pallonara si nasconda il tentativo di tagliare in maniera decisa gli stipendi. I giocatori finora hanno aperto soltanto a una riduzione parziale per aiutare i propri club. Tradotto: rinuncia agli emolumenti di un mese e mezzo. Ecco perchè il format Juve potrebbe fare scuola. Sforbiciare 4 mesi di contratto per sistemare i bilanci (chiusura il 30 giugno) e spalmare 2 mensilità e mezzo sui compensi della prossima stagione. Al tempo stesso i calciatori ritengono delicato prolungare l'attuale stagione giocando a luglio, visto che si rientrerebbe nell'anno successivo di contratto e molti tesserati sono in scadenza a giugno. Servirebbe un accordo collettivo (a oggi complesso) per adeguare e prolungare i rapporti a termine. Tommasi inoltre reputa che giocare a porte chiuse non dia ancora totali sicurezze, dato che ci sarebbe il rischio di trasferire i contagi negli spostamenti tra le città.

Intanto il presidente della FIGC Gravina, che ha chiesto allo Stato il prelievo dell'1%, dalle scommesse sulle partite per il Fondo salva-Calcio, ribadisce la volontà di giocare anche a giugno e luglio.

A tal proposito oggi giornata calda con la conference call tra l'UEFA e i segretari generali delle 55 federazioni per discutere il futuro delle coppe europee e la proposta della FIFA di un calciomercato extralarge (agosto-dicembre).

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