È una strada, da percorrere e seguire sempre. È la strada dell'incontro e del confronto, ma anche della condivisione, fatta di stessi obiettivi e di una maglia di ugual colore. È una strada da percorrere per un fine comune, che può essere vittoria, ma sicuramente traguardo.
Lo sport unisce e il ciclismo lo fa ancora di più e sempre meglio. In questi anni lo sport del pedale è diventato sport globale, che tocca e attraversa le strade del mondo, abbattendo muri e costruendo ponti. Si corre da un mese, dall'Argentina all'Australia, per passare agli Emirati e alla Malesia, oltre a Francia e Spagna. Si corre ad ogni latitudine, per inseguire sogni e ambizioni: traguardi.
Uno di questi l'ha raggiunto in questi giorni la Israel Cycling Accademy, la formazione giovanile (Continental, ndr) che gravita attorno al progetto della Israel Start-Up Nation, che ha sempre avuto come mission quella di inglobare, avvicinare e portare sulla propria arca corridori di nazionalità diverse e dai differenti background. La svolta è arrivata in questi giorni, quando il team israeliano ha deciso di sfatare l'ultimo tabù, considerandolo per quello che è: la cosa più naturale del mondo. Mettere sotto contratto per la prima volta nella storia un corridore musulmano, il marocchino El Mehdi Chokri.
Un calcio ai problemi geopolitici, un segnale forte e chiaro per il mondo, non solo del ciclismo. Chokri arriva dalla Dimension Data for Qhubeka, formazione sudafricana. È campione nazionale a cronometro e l'anno scorso ha chiuso anche al secondo posto il Gran Premio Industrie del Marmo (corsa del calendario giovanile italiana, ndr) oltre a vincere una tappa del Giro del Marocco. «Mi sono unito alla Israel perché punto a diventare professionista - spiega il ragazzo classe 1997 che sogna in grande -. Guardo già al futuro e spero presto di riuscire a unirmi alla formazione maggiore, quella del WorldTour. Il mio sogno è correre il Tour de France».
A proposito, la Israel Start-Up Nation quest'anno oltre ad essere entrata a far parte del circuito di World Tour - la massima serie del ciclismo professionistico - farà per la prima volta il suo esordio in Francia alla Grande Boucle. Per Israele questa sarà la prima storica presenza dopo quella avvenuta al Giro due anni fa. «Il sogno di competere nel Tour, che era pressoché irraggiungibile quando 5 anni fa abbiamo formato il team, ora è diventato realtà» ha dichiarato qualche settimana fa il filantropo israelo-canadese Sylvan Adams, proprietario della squadra insieme a Ron Barton.
Nella formazione israeliana spicca anche l'italiano Davide Cimolai oltre ai quattro corridori israeliani Einhorn, Goldstein, Niv e Sagiv.
Di questa bellissima realtà fa parte anche la cantera giovanile della Israel Cycling Accademy, quella nella quale è da poco approdato El Mehdi Chokri, un corridore marocchino di religione musulmana. Correrà per un team israeliano, sognando il Tour de France.
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