il commento 2

S ostiene Mancini: «Mi assumo tutte le responsabilità». E' il solito ritornello sulla bocca degli allenatori, dopo sconfitte, eliminazioni e figuracce. Ma che cosa significa "tutte le responsabilità"? Quali? La tattica? La preparazione atletica? Le scelte tecniche? Le operazioni di mercato? La lettura della partita? Dica la verità, Mancini, dica come stanno veramente le cose perché è bello campare di rendita con il proprio cognome ma questo, nel football, non basta. Soprattutto a Milano dove sono passati cento e cento allenatori, alcuni di grandissima fama. Sostiene un tifoso interista: tutta colpa di Mazzarri. Bene, allora l'anno scorso oggi, l'Inter aveva nove punti in più e occupava il quinto posto in classifica, dunque tutto merito di Mazzarri? Il tecnico toscano è stato esonerato perché, si diceva e si scriveva, non aveva il carisma (!?) da Inter e la squadra giocava un football modesto, la scelta su Mancini rispondeva invece a questi requisiti. Balle del minculpop interista che ancora viaggia con la droga del triplete e dovrebbe sapere che già quella sera stessa la festa era finita, con le richieste di Milito e la partenza di Mourinho. L'Inter gioca male e basta, la classifica rispecchia il suo valore attuale, Mazzarri e Mancini costano una cifra spropositata per quello che la squadra offre.

Sostiene un altro tifoso: forse Mancini preferisce, nella prossima stagione, restare fuori dall'Europa così da preparare al meglio una supersquadra. Chiedete informazioni ai milanisti: come si sono trovati quest'anno a trascorrere le settimane senza coppe e coppette? La verità è un'altra: Mancini è un buon allenatore ma viziato, ha chiesto e ottenuto calciatori di rango internazionale, li ha usati con i capricci di giornata, adesso ne esige altri. La società ha deciso di cancellare il riposo pasquale.

Possiamo capirli questi ragazzi e il loro allenatore costretti ad allenarsi ad Appiano Gentile mentre gli altri privilegiati se la spassano al ristorante o in famiglia. Mancini comunque non è in discussione; non si chiama Walter, Znedek o Clarence ma Roberto. Angelo Massimino, presidente del Catania, diceva: «C'è chi può e chi non può. Io può». Anche Mancini può.

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