di Oscar Eleni
Quando Giorgio Armani si è tolto gli occhiali scuri per andare a salutare sul legno del Forum i giocatori della sua squadra di basket che avevano finalmente vinto una partita importante, gli avversari di Siena danzavano infelici intorno agli arbitri che li avevano incatenati con due falli «intenzionali» nella caccia finale. In passato accadeva il contrario e sui sei scudetti consecutivi vinti dal Montepaschi c'era sempre l'alone del sospetto, una scusa buona per giustificare l'evidente inferiorità. L'anno scorso proprio Sergio Scariolo, l'allenatore di Milano che per la conferma, per non sentir più parlare di sostituzione con il Pianigiani appena congedato dal Fenerbahce Istanbul, o dal grande Obradovic fermo, come Guardiola, per un anno di riflessione, ha bisogno di un titolo anche qui, dopo i tanti vinti all'estero, parlò del rancido intorno al nostro basket riferendosi proprio a certe direzioni di gara. Si scatenò l'inferno e quel malessere continua oggi dopo un finale di partita, una bruttissima partita per almeno tre tempi, dove Siena, ma poi è un'idea generale che soffoca ogni idea di sport, si è convinta, come diceva il politico Giolitti, che le leggi per i nemici si applicano mentre per gli amici si interpretano.
Atmosfera pesante che fa diventare le moviole del basket più crudeli di quelle calcistiche perché in una partita tirata i «rigori» alla fine sono tantissimi e basta un tiro libero in più con possesso palla successivo, la punizione per i falli intenzionali, a decidere il risultato. Servirà maggiore chiarezza da parte di chi dirige gli arbitri per non far diventare polveriere un palazzetto. Tutti i falli hanno lo scopo di spezzare un gioco, un tentativo di andare a canestro. Se erano intenzionali i falli di Kangur e Brown nei 6 finali, non poteva essere diverso l'intervento di Marques Green, qualche secondo prima, sul portatore di palla senese che aveva portato il punteggio sul 69-68 a 12 dal gong, perché l'obiettivo era evitare un tiro da tre dello specialista Montepaschi. Se non si interviene, come potrebbero dire anche tanti altri che in questa domenica hanno pagato il peso dei falli intenzionali, arriveremo alla fine tormentati da questa regola sproporzionata che ti punisce per un fallo e poi lascia la palla nelle mani dei tuoi avversari.
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