di Tony Damascelli
Parigi valeva bene una messa ma quelli del football, alla voce Paris Saint Germain, hanno un'idea diversa delle funzioni religiose. Nel senso che nonostante la qualificazione in champions, la vittoria di ieri, un po' sofferta, sul Nancy con il solito doppio Ibra, il can can degli sceicchi sembra aver esaurito l'effetto magico e attraente. D'accordo i soldi, ma Ibrahimovic ieri ha respinto con il dito che si muoveva come un tergicristallo gli applausi dei parigini (dopo i fischi), si è fatto ammonire, starà fuori dalla prossima di champions; Leonardo si sta incapricciando di nuovo dell'Inter, perché all'Inter vogliono tornare tutti, quelli belli e quelli brutti; Ancelotti sembra un «cumenda» con l'aria di chi ha capito che è ora di chiudere i bagagli Louis Vuitton e andarsene in Spagna, Verratti piace al Manchester United, Pastore non piace più a nessuno. Mistero buffo e glorioso, il resto della Francia tifa per Lione e Marsiglia che stasera si sfidano, lo spirito chauviniste riemerge nonostante l'invasione straniera. Ma c'è una champions di mezzo, c'è la prospettiva di andare in finale a Londra, con l'unico inglese a rappresentare la nazionale della regina, David Beckham, anche ieri utilizzato part time, con la moglie Vittoria in tribuna ad applaudire con quel bon ton sciocco, quasi avesse le mani di cera liquida. Bisogna aspettare ma anche riflettere.
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