il commento 2 Fulham pakistano Il football non è più english

Valli a capire 'sti inglesi. Stanno sull'isola, si tengono ben strette le loro tradizioni, la guida a destra e i taxi cab neri, la casa reale con tutti gli annessi e il cricket. Poi, nel gioco antico che è la loro bandiera, dico il soccer, il football, hanno calato le braghe e si sono offerti ai cosiddetti investitori stranieri. L'ultimo della lista si chiama Shakid Khan, è pakistano di nascita ma americano di residenza e passaporto, proprietario dei Jackson Jaguars, la squadra che gioca La National Football League, ha due baffi e una capigliatura forestale nera, assomiglia a Nino Frassica ma ha versato duecento milioni di euro a Mohamed Al Fayed per comprarsi il Fulham di Londra. Al Fayed già si era venduto Harrod's agli emiri del Qatar in cambio di un miliardo e settecento milioni di euro (l'egiziano padre di Dodi, amore tragico di lady Diana, pagò il grande magazzino londinese per 400 milioni) e alla fine, fatti due conti, ha capito che anche il club di calcio potesse diventare un affarone: lo comprò per otto milioni di euro e lo ha rivenduto a Shakid Khan Frassica per duecento.
La comitiva extracomunitaria, non scaricata da scafisti ma approdata con jet privati o panfili colossali, è composta da una percentuale alta di americani, favoriti dalla lingua e dal merchandising protetto: Ellis Short è il padrone del Sunderland, Malcom Glazer, e fratello, è il titolare, contestato dai tifosi, del Manchester United, John W. Henry, proprietario dei Red Sox, accompagnato da una splendida moglie lady Linda Pizzuti sposata a bordo di Iroquois, una barchetta da 50 metri sulla quale si esibirono, per i due sposini, i Maroon Five, si è comprato il Liverpool; Randy Lerner è l'azionista di maggioranza dell'Aston Villa, Stan Kroenke ha investito nell'Arsenal di Londra. Poi c'è il gruppetto orientaleggiante: lo sceicco Mansur viene da Abu Dhabi e ha rilevato il Manchester City dall'ex primo ministro thailandese Shinawatra, coinvolto in affari loschi; l'egiziano Assen Allam ha la proprietà dell'Hull City, lo zar russo Roman Abramovich ha fatto grande il Chelsea, poi c'è il caso curioso del Cardiff City, per secoli la squadra dei bluebirds, per il colore blu delle magliette.

Bene, il nuovo proprietario si chiama Vincent Tal, baffuto pure lui, il quale viene dalla Malesia là dove il blu porta jella e dunque ha voluto cambiare colore e soprannome del club, maglietta rossa e al posto dei bluebirds ecco i red dragons.
Noi, continentali, dobbiamo accontentarci dei bostoniani della Roma, con tutti gli annessi e "sconnessi".

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