Conte ora crede al titolo: "Vinciamo, andiamo a -6 e nulla sarà impossibile"

Il tecnico carica l'Inter dopo il ko in coppa ma ammette: "Non possiamo più sbagliare"

Conte ora crede al titolo: "Vinciamo, andiamo a -6 e nulla sarà impossibile"

Da quale punto di vista la si guardi, la stagione dell'Inter è (ri)cominciata male e sta proseguendo peggio. Prima la falsa (ri)partenza-eliminazione di Napoli, quindi gl'infortuni di Sensi (giovedì) e Brozovic (ieri), brutto epilogo al recupero di stasera (stanotte?) contro la Sampdoria. Si sapeva che non sarebbe stato semplice recuperare da 3 mesi non agonistici nel cuore della stagione, ma statisticamente la media di incidenti (all'Inter ma non solo) è impressionante. E di fatto si deve ancora cominciare a giocare. D'ora in avanti può essere solo peggio.

Dopo il bicipite femorale di Sensi (tanto s'è dimostrato bravo nei primi 3 mesi, tanto s'è dimostrato fragile negli altri 9) è saltato il tibiale posteriore di Brozovic (muscolo a rischio più per i runner che per i calciatori), per fortuna in modo meno serio: tra una decina di giorni il croato dovrebbe tornare arruolabile per Conte.

Senza l'alternativa Sensi e il regista Brozovic, diventa necessità la virtù di Eriksen trequartista di fatica alle spalle di Lukaku e Martinez, entrambi alla caccia del riscatto dopo il flop di Napoli. Le ultime partite prima e post lockdown hanno annacquato le statistiche, ma i Gemelli restano la cosa più bella nonché la risorsa principale dell'Inter di Conte. Martinez (sempre nel mirino del Barcellona) non segna dal 26 gennaio, Lukaku dal derby del 9 febbraio. Poi sempre a secco e in coppia nel doppio scontro scudetto (perso) con Lazio e Juventus e nel doppio scontro di Coppa Italia col Napoli.

Sempre le statistiche dicono che sono avversari come la Samp di stasera che esaltano Lukaku (le stesse statistiche ricordano invece come Icardi segnasse spesso e volentieri contro le grandi squadre: bastano 8 gol alla Juventus e 5 al Milan?), e anche per questo Conte non fatica a mostrarsi ottimista. Anzi, persino di più. «Vinciamo e andiamo a 6 punti dalla Juventus: con 12 partite da giocare, a quel punto nulla diventerebbe impossibile». Un rilancio importante, nel momento se non più difficile, certamente della verità. Siamo al dentro o fuori, ammesso come pensa Conte - che l'Inter non sia già fuori dalla corsa per il titolo. «Ho percezioni positive, vedremo cosa ci dirà il campo. Non ci poniamo limiti, anche se sappiamo che nella nostra condizione abbiamo margini di errore inferiori rispetto a chi ci precede».

Anche stavolta niente ritiro obbligatorio, come già prima di Napoli. Un modo inglese per consentire ai calciatori di non arrivare saturi a fine stagione. Sarà così tutte le volte che sarà possibile. «I nuovi orari di gioco ci costringono a cambiare un po' schemi consolidati, ma ci adatteremo. Abbiamo 13 partite da giocare in 40 giorni, poi ci sarà l'Europa League. Occorre fare attenzione a ogni particolare».

Seconda occasione con le 5 sostituzioni, la prima non è andata benissimo (primi cambi al 27' della ripresa, Sensi e Ranocchia

dentro al 43': forse la tempistica va riconsiderata), ma anche queste novità hanno bisogno di essere sperimentate. «Sono favorevole, è giusto con così tanto partite e il caldo dell'estate». Bene, allora si può ricominciare.

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