Conte a processo per frode sportiva Il ct: «Vado avanti»

In 103 a giudizio. Il pm: «Violò i suoi obblighi di allenatore» Ma non lascerà la nazionale. E incassa la fiducia di Tavecchio

Ora che Antonio Conte ha ricevuto ufficialmente il rinvio a giudizio nell'inchiesta del pm di Cremona, in cui è dentro da quattro anni, la vera domanda è se il ct azzurro arriverà a guidare l'Italia fino agli Europei in Francia del giugno 2016. Come c'è da chiedersi se cambierà anche la strategia difensiva del tecnico leccese: Conte aveva sempre chiesto l'archiviazione o, in seconda ipotesi, il rito immediato.

L'accusa si è dimezzata: sparisce la partita più pesante (Novara-Siena), resta la presunta frode sportiva per Albinoleffe-Siena del 2011. Conte, all'epoca allenatore dei toscani, sarebbe stato a conoscenza - secondo quanto affermato dal portiere Coppola - della combine e non si sarebbe opposto. L'attuale ct azzurro ha già scontato a livello sportivo una squalifica di 4 mesi per omessa denuncia.

Nella richiesta di rinvio a giudizio del ct della nazionale, il pm di Cremona fa riferimento a degli accordi sottoscritti tra tecnici della Federcalcio in cui è previsto che l'allenatore debba «salvaguardare la condotta morale e sportiva dei calciatori» oltre che «mantenere una condotta conforme ai principi della lealtà, della correttezza e della probità». Quindi, di fatto, una responsabilità - quella di aver violato generici obblighi derivanti da un contratto collettivo, cosa di cui non si era mai parlato in 4 anni di inchiesta - che parrebbe più disciplinare che penale. I legali di Conte si dicono «molto perplessi e stupiti» dal «cambio di impostazione dell'ultimissima ora».

Nonostante abbia il morale sotto i piedi, Antonio Conte non sembra al momento disposto a mollare la panchina azzurra. «Sono amareggiato, ma vado avanti», questo lo stato d'animo del ct secondo fonti a lui vicine. Forte anche del sostegno del presidente della Figc Tavecchio che ieri, dopo la nomina del magistrato Tommaso Miele a commissario della Lega Pro, ha ribadito la sua fiducia sul ct («per noi non cambia nulla, non cambiamo atteggiamento»). E con il nuovo quadro accusatorio, potrebbe cambiare anche la strategia difensiva. Niente rito immediato, ma partecipazione all'udienza preliminare che potrebbe diventare decisiva per arrivare al traguardo sperato dell'assoluzione. Il problema è che tale udienza, prevista per settembre-ottobre, potrebbe slittare a gennaio 2016, praticamente a sei mesi dall'Europeo con inevitabile condizionamento del lavoro in azzurro di Conte per l'eventuale protrarsi dell'iter processuale.

Oltre al ct dell'Italia, sono 103 i rinvii a giudizio arrivati dalla procura di Cremona. Tra questi anche il neo allenatore dell'Udinese ed ex dei bergamaschi Stefano Colantuono: stessa accusa di Conte (frode sportiva per la presunta combine di Crotone-Atalanta del 2012), stessi problemi in una stagione che inizia con la spada di Damocle sulla sua testa. Tanti gli indagati per associazione a delinquere, come il giocatore della Lazio Stefano Mauri e gli ex calciatori Cristiano Doni e Beppe Signori. Sono 60 le partite per cui c'è un'imputazione e almeno 200 in odore di combine, otto quelle prescritte. Tra queste figura Napoli-Chievo 3-0 del 31 maggio 2009.

La procura ha chiesto il rinvio a giudizio anche per i tennisti Daniele Bracciali e Potito Starace al termine dell'inchiesta nata da quella

del calcioscommesse. Anche per loro l'accusa è di associazione a delinquere per fatti che vanno da fine 2007 all'estate 2011. Per un'altra decina di indagati, soprattutto stranieri, la richiesta arriverà fra alcuni giorni.

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