Torino - Il solo sorriso che spunta sul volto di Antonio Conte, alla vigilia di uno Juventus-Roma che tanto potrebbe dire nella lotta scudetto, arriva quando l'argomento riguarda Del Piero e la copertina di Vanity Fair dove il numero dieci appare in tutto il suo splendore: «Anche se Ale è un uomo, è un bel vedere. Rimango sempre con i miei gusti, sia chiaro, però quella è veramente una bella copertina». Ecco: andando poi oltre il malumore del capitano per il poco utilizzo e il contratto in scadenza («ma è concentrato per alzare un trofeo a fine stagione »), quello è stato il solo momento in cui Conte è apparso rilassato. Per il resto, sguardo simil truce e poca voglia di scherzare. «Voglio chiarire il mio punto di vista in maniera molto semplice - è stato l'esordio del tecnico, appena entrato in sala stampa - . C'è un'indagine in corso, io sono molto sereno e fiducioso nelle istituzioni che devono fare il loro lavoro. Io non sono stato chiamato da nessuno: nel momento in cui lo faranno, avrò il piacere di vedere queste persone e rispondere loro. L'argomento si chiude qui».
Più o meno, in realtà. Intanto perché nessuno la Juve per prima, ovvio- sentiva il bisogno di avvicinarsi al match contro la Roma con la testa che potrebbe essere distratta da fattori esterni. E poi perché stavolta Conte è stato tirato in mezzo nell'inchiesta sul calcio scommesse da Filippo Carobbio, suo giocatore l'anno scorso a Siena: secondo il centrocampista oggi allo Spezia, che ne ha parlato con il procuratore federale Palazzi e il pm di Cremona Roberto Di Martino, «Conte sapeva della combine tra Novara e Siena». Match disputato il 1 maggio 2011 e terminato 2-2, con gli 'zingari' a fare da intermediari e il presunto coinvolgimento anche di Bertani, ex del Novara ora alla Sampdoria. A fine stagione, Conte potrebbe quindi essere chiamato dalla procura della Figc per chiarire frasi o parole fatte mettere a verbale da Carobbio perché, secondo le norme del pallone, essere a conoscenza di qualcosa di non consentito e non denunciarlo può configurare l'omessa denuncia: in tal caso, il codice di giustizia sportiva prevede almeno sei mesi di squalifica.
«Gli attacchi ci destabilizzano? Nemmeno per idea - ha proseguito il tecnico juventino - . Anzi: triplicano la nostra forza, la cattiveria e la voglia di fare qualcosa di importante. Capita che dall'esterno arrivi di tutto e di più: fa parte del gioco e in un certo senso me l'aspettavo, ma sono cose che aumentano la nostra determinazione». Quel che è sembrato ieri, però, è che rispetto allo scorso 6 aprile la baldanza del tecnico bianconero fosse minore. In quell'occasione, Conte aveva tacciato come 'bufala' il suo presunto coinvolgimento nell'indagine della procura di Bari legata a Siena-Sassuolo, sfida terminata 4-0 in favore dei toscani: «Non c'è niente da difendere aveva dichiarato quel giorno - . Non sono rimasto deluso, non sono arrabbiato e nemmeno sorpreso. Tutto questo fa parte di un gioco che non condivido. Alleno una grande squadra come la Juventus che ha fatto la storia del calcio e che è tornata, grazie a un grandissimo lavoro, a essere competitiva. Sono dentro questo gioco e devo accettare le cose belle e le cose brutte. É una grande bufala, punto e basta. Ma se pensate che questo possa distogliere me o la squadra dall'idea di sfilare lo scudetto al Milan, dico che non succederà assolutamente». Nei giorni successivi Antonello Raimondo, colui il quale avrebbe mandato un sms a Conte su invito dell'ex capitano del Bari, Bellavista, avrebbe poi spiegato che quel messaggio non era mai stato inviato.
Comunque sia, la sindrome da accerchiamento viene chiaramente percepita dal mondo bianconero: «Ora basta. Dopo le continue, ripetute e assurde accuse nei confronti del nostro allenatore Antonio Conte, noi ci schieriamo totalmente con lui - hanno scritto ieri in un comunicato congiunto i tifosi che fanno capo a Italia Bianconera, Ultras Curva Sud, vecchiasignora. com e Giù le mani dalla Juve -. La Juventus vince e sicuramente fa paura, ma attenzione perchè questa volta non accettiamo più accuse assurde nei confronti del nostro allenatore e dei nostri giocatori. E, questa volta più che mai, siamo pronti a difenderci in ogni modo ».
Quasi a corollario del tutto, Juventus- Roma: partita che, se vinta, stenderebbe un tappeto rosso verso lo scudetto bianconero dal
momento che le prossime avversarie si chiameranno Cesena, Novara, Lecce, Cagliari e Atalanta. «Se i giallorossi beccano la partita giusta, possono fare male a chiunque», è la chiosa di Conte. Con zero voglia di scherzare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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