«Conti in pari e una star mondiale Il Milan vale più dell'anno scorso»

A 39 anni Mark Iuliano studia da allenatore, fa parte del gruppo di iscritti a Coverciano ma per la febbre ha saltato la tre giorni di Collecchio: a seguire gli allenamenti del Parma mercoledì si è visto persino Andrea Stramaccioni, mentre l'ex difensore centrale è rimasto in Spagna, a Maiorca, dove ritorna spesso.
Mark, all'andata l'Inter vinse a Torino 3-1, interrompendo a 49 la serie utile della Juve. Era risalita a -1, adesso è 18 punti indietro...
«Il distacco è ragguardevole, eppure rappresenta la differenza di quanto stanno facendo: i nerazzurri pagano gli infortuni e qualche errore di mercato, mosse non proprio da Inter. L'allenatore ha dovuto districarsi fra molti cambiamenti e momenti critici, compresi i casini di Sneijder, che avrebbero dovuto essere gestiti meglio dalla società, più che da lui».
Qual è il segreto del probabile scudetto juventino?
«La tranquillità. Vanno tutti nella stessa direzione, la riconferma del titolo avviene alla grandissima, in maniera meritata. I bianconeri non hanno mai scricciolato, dopo le 4 sconfitte si sono sempre tirati su, si mostrano molto più forti di quanto fosse prevedibile. Tutto gira bene, chi entra segna e fa meglio di quanti vengono sostituiti».
Domani sera magari vince ancora Stramaccioni e strappa la riconferma?
«È possibile. Il mestiere di allenatore è complicato, lo provo sulla mia pelle, anche se con i ragazzi non ho l'obbligo di vincere. Guido i giovanissimi nazionali a Pavia e vengo da tre corsi di fila: a livello base, poi 6 settimane intensive per ottenere il patentino di seconda, l'ultimo dura un anno, termineremo a metà luglio».
A Palma de Maiorca cosa fa?
«Aiuto il settore giovanile, qui ho lasciato il cuore e mantengo una casa sulla spiaggia. Ora mi spiace saltare il torneo Busella, a Torino, è un po' il Viareggio dei giovanissimi nazionali».
Quindici anni dopo, come giudica quel contatto su Ronaldo?
«Sembra che io esista solo per questa partita. Mai nessuno che ricordi i miei 4 scudetti e le 6 coppe o la finale di Euro 2000 persa contro la Francia al golden gol: ero titolare, a Coverciano c'è una mia bella foto».
Va beh ma quel 26 aprile '98 l'arbitro Ceccarini sbagliò?
«Nel basket sarebbe sfondamento di Ronaldo, io ero quasi fermo. Si poteva dare il rigore ma anche no, nulla di scandaloso. Era molto più eclatante il contatto successivo su Del Piero, giustamente punito. C'erano i tecnici in campo, in particolare l'allenatore dell'Inter Gigi Simoni».
Certo, vide svanire lo scudetto...
«In classifica eravamo davanti e pure più forti, avevamo già vinto tutto, è assurdo sostenere che avessimo rubato quel titolo. Neanche se l'arbitro avesse punito quel mio intervento sarebbe cambiato qualcosa: gli interisti si sentono derubati, onestamente non ho mai capito di cosa».


Da quanto non vede Ronaldo?
«Forse ci ritroveremo il 9 giugno, per l'amichevole tra Real Madrid e Juve, tra gli ex di fine anni '90, nel nome di Zidane. Lo fronteggiai nel 2007, in Messina-Milan 1-3 segnò da quasi 30 metri, ancora prima di avvicinarmi».

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