Contro Toro scatenato i vecchi salvano l'Inter

Chivu e Cambiasso tengono in piedi i nerazzurri, altra occasione sprecata Squadra con ancora troppi limiti. Doppietta di Meggiorini, ex da tradizione

Contro Toro scatenato i vecchi salvano l'Inter

L'Inter vecchia guardia (Chivu e Cambiasso) tiene in piede l'Inter degli Strafalcioni (esse maiuscola in onore del tecnico). Pareggio dopo essersela vista brutta, ancora un passo indietro anziché uno in avanti: il campionato propone e l'Inter non dispone tenendosi alla larga dalle zone che contano.
L'Inter ha picchiato Cerci, che l'ha fatta impazzire, ma le ha prese da Meggiorini, che di nome fa Riccardo ed ha giocato meglio che al biliardo. Ha schiaffeggiato l'Inter dei suoi ricordi da ex con steccate secche e decisive. Legge dell'ex onorata, non abbastanza per far vincere il Toro che a San Siro ha lunga astinenza (dal 1988).

Il colpo d'artista di Chistian Chivu, dopo cinque minuti, è stata l'unica perla recapitata dall'Inter al suo infreddolito pubblico per tutto il primo tempo. La punizione del rumeno, rimediata da un fallo furbo subito da Cassano, è stata esteticamente da calcio d'alto borgo, chirurgica, precisa nei giri e nell'individuare l'angolo impossibile allo scatto di Gillet. Per l'Inter doveva essere il cadeau per sentirsi meglio, ma si è fermata lì. Inutile chiederle di giocar bene: non è nell'attuale Dna. Tutto al contrario del Torino che, invece, colpito ma non suonato, ha cominciato a rullare sulla fascia destra chiedendo a Cerci il tocco d'artista. Azione dopo azione, il movimento non più tremendista, ma sempre granata, ha lentamente sgretolato le resistenze nerazzurre che, da quella parte, avevano Juan Jesus e Nagatomo. La difesa a quattro (il solito Zanetti a giri lenti nel primo tempo, a pieno gerovital nella ripresa) ha cominciato a sbarellare più di quanto sia stata allegra la retroguardia del Torino. Attacco nerazzurro tutto votato all'improvvisazione un po' annebbiata di Cassano (dopo 27 minuti della ripresa l'assist migliore) e ai colpi di spillo di Palacio. Ma senza regista e interpreti raffinati di piede difficile pensare agli orpelli.
Il Torino ha preso, invece,il sopravvento sul centrocampo. Non c'è niente da scoprire: all'Inter manca qualità in mezzo. Ieri sera il Toro ha diviso in due la compattezza interista ed ha gestito la partita con movimenti, corsa e scambi ad orologeria: Barreto e Meggiorini hanno cominciato a trovarsi dando il mal di testa ai centrali. Il corazziere granata ha fatto prove generali dopo 13 minuti con un colpo di testa, ed ha chiuso il revival dopo 22 minuti quando Guarin, anima pietosa che stava cercando di dare un amano tra difesa e centrocampo, è incappato in un pasticciaccio al limite: Barreto lo ha gabbato, Meggiorini servito al limite ha sganciato la bomba. Pareggio come voleva la partita e forse l'animo dispettoso del pallone: Meggiorini aveva segnato il suo ultimo gol in serie A ancora contro l'Inter, ma nel Novara 28 partite fa.

Segni delle stelle, che avranno voluto dire altro quando Chivu è stato costretto ad uscire per infortunio e Ranocchia ha rischiato l'idea di un rigore spingendo il centravanti granata in area. Arbitro di Imperia (secondo lettura marottiana) e niente dubbi. Chissà non ci fosse da favorire Genoa o Sampdoria…. Poi è stato chiaro il segnale quando la solita, tremebonda, difesa nerazzurra si è fatta infilare sulla destra da Cerci(ciao Pereira). Pallone facilmente rifilato a Meggiorini, che ha replicato l'opera distruttiva con un gol in scivolata. E tutti a guardarlo: dalle tribune e dal campo.
Poi Meggiorini non si è stancato mai, serata di gala, e l'Inter si è fatta più viva in attacco con l'inserimento di Cambiasso. Detto fatto, il tempo per uno scambio vecchio stile con Zanetti (corri uomo corri sulla destra) e la vecchia guardia è andata in gol: difesa Toro allegra andante, Cambiasso al gol sul secondo palo.

Poi un palo di Bianchi, un paio di parate decisive di Handanovic, Gillet che toglie una palla gol a Palacio: di tutto un po'per rendere più viva ed emozionante la partita. Effetto ottimo, calcio per divertire. Che non sempre è buon calcio. Il pubblico di San Siro l'ha capito e ha fischiato.

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