
La Champions league: una ossessione per Andrea Agnelli. Non c'è nulla di più importante, non c'è nulla che possa garantire la stessa soddisfazione, sportiva e manageriale. Cristiano Ronaldo è il sogno realizzato, il capriccio desiderato, il vizio, avrebbe detto lo zio, avvocato Gianni.
Andrea Agnelli vuole la coppa europea, la vuole dopo averla sfiorata due volte, in finale, intravista nell'ultima edizione e svanita per i colpi dell'artista portoghese. La Champions league, nient'altro. Così dice il curriculum internazionale di Cristiano Ronaldo, cinque trionfi, uno con il Manchester United, quattro con il Real Madrid, per un totale di 156 presenze e 121 gol nel torneo più glorioso dell'Uefa. Una premessa che non abbisogna di ulteriori spiegazioni, commenti e opinioni. Cristiano Ronaldo è stato preso, dunque, con un unico obiettivo, lo hanno urlato anche i tifosi ieri alla Continassa, è il comune sentire del popolo bianconero che viene deriso dagli avversari e da qualche scrivano fazioso, per le finali, tante, troppe, perse in modo patetico. La Juventus non può più permettersi di uscire dalla prossima Champions se non con la coppa tra le mani. Potrà fare delle scelte, come ha fatto forse il Real che negli ultimi nove anni, quelli di Cristiano Ronaldo a Madrid, ha vinto soltanto due volte la Liga, finendo cinque volte al secondo posto, due volte al terzo, l'ultima, con un distacco di diciassette punti dal Barcellona. Saprà la società accettare questa opzione? Verrà accettata dai tifosi e dalla critica che già si scatena per il secondo posto del Napoli e della Roma? La Juventus può chiamarsi fuori dalla lotta per lo scudetto e per la coppa Italia, concentrandosi esclusivamente sulla Champions? Nello scorso campionato, con una rosa ristretta, Maurizio Sarri così ha voluto fare ma a scenari ribaltati, ha puntato al titolo, smarrendo per strada entrambi i tornei Uefa e Aurelio De Laurentiis lo ha ricordato con perfidia. L'organico a disposizione di Allegri è abbondante, non permette alibi: la squadra reduce da sette titoli consecutivi rinuncia, a oggi, a Buffon, Lichsteiner e Asamoah ma vede arrivare Perin, Caldara, Spinazzola, Cancelo, Emre Can, dunque una base solidissima sulla quale è stata montata la statua di Cristiano Ronaldo.
L'investimento è colossale, il bilancio finanziario è sofferente ma l'Europa può, anzi deve ridare un accenno di equilibrio a conti che non possono essere in ordine, come lo sono stati sempre, sotto la gestione di Andrea Agnelli. Il campo sarà il giudice unico. Cristiano Ronaldo lo sa, lo ha dimostrato a Manchester, lo ha ribadito a Madrid. Vuole confermarlo a Torino.Il resto è propaganda. È sogno. È ossessione. È il football.