
C'è un momento d'oro del trionfo di Mattia Furlani che fa commuovere: è l'abbraccio con mamma Khaty, la sua allenatrice. "Devo tutto a lei". Sono scese le lacrime a questo fenomeno del salto in lungo, ma sono le lacrime di tutti noi che abbiamo potuto assistere a un'impresa che resterà in eterno.
Lo stadio è sempre quello degli ori dei Giochi 2021, ma Furlani quattro anni fa non c'era e adesso che è sul tetto del mondo si rende conto di vivere dentro una nuvola. "Sono stati anni di sacrifici e lavori al campo per un momento che rimarrà per sempre impresso nella mia vita", racconta Mattia in zona mista. "Se ce l'ho fatta - ripete - è grazie a lei, a mia madre. Perché dopo il quarto salto mi ha aiutato a restare sul mio binario. Abbiamo cambiato piccoli aspetti durante la gara perché sono stato anche un po' indisciplinato nel gestire la rincorsa. Ma perché avevo tanta forza dentro me stesso. Lei però mi ha trasmesso calma. Io l'ho ascoltata e non sono andato fuori giri".
D'altronde la mamma è sempre la mamma, in apprensione dagli spalti per suo figlio ma che deve svestire i panni del genitore per quelli della coach: "Ora sono più rilassata - sorride Khaty -. Mi farò una bella dormita. Ogni tanto lui ha irruenza quando è in pedana e vuole saltare d'istinto. Invece serve autocontrollo. È una questione di ritmica. Io in pedana sono la guida, controllo adrenalina e pensieri". Adesso arriva il difficile: il figlio è già leader a 20 anni. "Ci sta, è pure un bronzo olimpico e fa parte del gioco. Andrà gestito, ma non mi spaventa. Perché mettergli limiti?".
Mattia il predestinato a cinque anni voleva già essere un atleta. Giocava anche a basket, l'altra passione. Mentre il fratello Luca è il calciatore della famiglia. A un certo punto ha dovuto compiere una scelta difficile: salto in alto o in lungo. Ha vinto la seconda opzione. E pensare che all'inizio la sabbia dove atterrava non gli piaceva: "Gli faceva schifo". Così. "Ma no è che non voleva sporcarsi", ride Khaty. Che rivela: "È sempre stato autonomo, in tutto. L'ho allattato 15 mesi, poi la tazza. Mai il biberon. E mai ha gattonato. Correva, sì. Con Luca sono molto legati, idem con Erika. Sono fortunata perché ho tre figli ubbidienti. Gli ho sempre dato fiducia". E Mattia l'ha ripagata finora in modo esaltante.
"Mia madre - conclude il fresco iridato - ha fatto un lavoro in pedana incredibile, memorabile, è stata lucida, concentrata. Tutto il tempo siamo rimasti nella nostra bolla ed è accaduto ciò che avete visto tutti. Ringrazio tutti quelli che ci hanno aiutato ad arrivare fino a qua". Cosa c'è di più bello che vincere con l'aiuto di una mamma?