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Cori razzisti, il patto tra i giocatori neri: ''Al primo insulto tutti fuori''

Prende corpo una clamoroso patto tra i calciatori di colore di Serie A, al primo coro razzista sono pronti a lasciare il campo

Cori razzisti, il patto tra i giocatori neri: ''Al primo insulto tutti fuori''

La reazione di Mario Balotelli non è destinato a restare nell'indifferenza, spunta un passaparola tra i calciatori di Serie A, di colore e non solo: sono pronti a schierarsi al suo fianco, lasciando il campo di fronte ai prossimi cori razzisti.

Il gesto di ribellione di Balotelli a Verona stavolta non poteva restare inosservato. Tra i giocatori di colore, e non solo, sta passando la linea forte, perché non accada più quanto visto durante Hellas Verona-Brescia: uscire appunto tutti dal campo non appena informati del primo insulto, del primo ululato, del primo verso della scimmia, chiunque sia la vittima.

Ieri Mario si è subito reso conto che era successo qualcosa di nuovo: dalle numerose reazioni dei colleghi, dalla solidarietà pubblica attraverso i social e da quella privata. Lo juventino Blaise Matuidi è stato il più duro e subito dopo da Napoli si è associato anche Kalidou Koulibaly. Prende sempre più forma l'idea di sottoscrivere un documento stile manifesto di Sterling: nell' aprile scorso il calciatore del Manchester City pubblicò sul Times un articolo sul tema, a cui aderirono subito calciatori, allenatori ed ex della Premier League. Sterling chiedeva, tra l' altro, che i giocatori di colore bersagliati dai razzisti non venissero puniti, se lasciavano il campo.

Intanto si fa sentire la denuncia di un giocatore poco conosciuto Henoc N'gbesso, attaccante delle giovanili del Milan e della Nazionale Under 17, bresciano anche lui, origini ivoriane: ''La ferita di Mario me la sono sentita addosso. Io non credo che debbano uscire dal campo solo i giocatori di colore, ma tutti. Credo che soltanto così la gente allo stadio si renderebbe finalmente conto che è accaduto qualcosa di molto grave. E che non può, non deve esserci un bis''. Il giovane calciatore ha le idee chiarissime e dà un giudizio severissimo su quanto troppo spesso accade sui campi italiani: ''Quale sia stato l'incipit del verso della scimmia a Verona, dato che nessuno è una bestia, credo di saperlo: l'ignoranza. E poi il negazionismo. Nel 2018, a Cagliari, stavo festeggiando un gol e i miei compagni mi hanno fatto notare che qualcuno mi aveva urlato: "Negro di merda". Il responsabile del loro settore giovanile disse che non era successo niente: negava l' evidenza. Io non ci faccio caso, sono circondato da persone vere. E tra i miei riferimenti ci sono Luther King e Mandela, è normale che le loro storie mi tocchino di più. Come la battaglia di Balotelli''.

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