Coronavirus

Coronavirus, il Lione mette in disoccupazione i suoi calciatori

Il Lione, avversario della Juventus in Champions League, ha deciso di mettere in disoccupazione parziale i suoi giocatori per l'emergenza coronavirus. Il club pagherà il 70% del lordo

Coronavirus, il Lione mette in disoccupazione i suoi calciatori

Tutto il calcio o quasi si è fermato e anche in Francia la Ligue 1 ha deciso di dire basta per fronteggiare al meglio l'emergenza coronavirus. Finora non si è verificato nessun caso nel massimo campionato francese con Kylian Mbappé che qualche giorno fa aveva fatto un tampone poi risultato fortunatamente negativo per lui, per i suoi familiari e per tutto il Psg che sta comunque osservando un periodo di quarantena un po' come tutti in Europa e nel mondo.

L'iniziativa del Lione

Il Lione del presidente Aulas, avversario della Juventus in Champions League ha deciso si seguire le orme di Amiens, Montpellier e Nimes "licenziando" parzialmente i suoi giocatori da questo mercoledì causa la sospensione sia del campionato che delle coppe nazionali ed europee: "Date le misure prese dalle autorità per combattere la diffusione di Covid-19, che hanno portato alla sospensione di tutte le competizioni e degli allenamenti, l'Olympique Lyonnais, come altri club della Ligue 1, riferisce di aver ha messo tutto il personale sportivo in disoccupazione parziale fino a nuovo avviso". Lo Stato compensa lo stipendio fino a 4,5 volte il salario minimo. Oltre a ciò, è la società che paga per raggiungere il 70% del salario lordo.

Cosa succede in Serie A

Nel nostro campionato il presidente del Brescia Massimo Cellino ha chiesto un aiuto allo Stato per poter pagare gli stipendi ai calciatori mentre il numero uno della Figc Gabriele Gravina non si è detto contrario all'idea di poter arrivare al taglio degli stipendi da parte dei club: "Se ci potrà essere un taglio stipendi ai calciatori? Non può essere un tabù in un caso di emergenza come questo, è un momento di crisi per tutti, siamo tutti chiamati a un gesto di grande responsabilità".

Il numero uno dell'associazione italiana calciatori, l'ex centrocampista della Roma Damiano Tommasi, ha toccato anche lui l'argomento cercando di essere più schivo e diplomatico: "Mancati introiti, rinvio delle competizioni, cancellazione di eventi, contributi governativi, aiuti federali, sostegno delle istituzioni internazionali. Tutti questi elementi ci diranno quale sarà il ruolo dei calciatori".

Anche in Serie A si potrebbe andare incontro ad inizative simili o più presumibilmente a tagli di stipendi con gli stessi calciatori che potrebbero decidere di andare incontro ai rispettivi club in questo momento difficile per tutto il mondo per una pandemia che sta mettendo in ginocchio tutti, nessuno escluso.

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