Sei vittorie in fila, anche se contro avversarie pari peso, tutte di seconda fascia come noi, a parte la lunatica Turchia che se non ci batte domani a Cesarea rischia forte, possono trasformarsi in un boato per il basket italiano che ieri ha raggiunto la Cappadocia avendo già in tasca la qualificazione per l'europeo in Slovenia che si giocherà nel settembre del 2013, una trasferta premio dove è in dubbio Cusin, protagonista coi cechi, per una distorsione alla caviglia destra.
Quando è cominciata l'avventura di Azzurra tenera c'era molta perplessità, poi Simone Pianigiani, tenendo la porta chiusa quando sembrava che in giro ci fossero troppe iene che spingevano tanti giocatori a rinunciare, ha fatto l'ennesimo capolavoro: ha fatto diventare squadra un gruppo che aveva un solo capo giocatore in Gallinari, che poteva sopravvivere soltanto se si fosse dedicato alla difesa. Così è stato. Nel viaggio sono venute fuori, a turno, le qualità di Gigi Datome, Aradori, Daniel Hackett, Cusin, Gigli e Mancinelli l'unico, con Vitali, a vivere la tensione del disoccupato, il Gallo ha cantato quando serviva, gli oriundi Viggiano e Chiotti si sono alternati dando quello che avevano, non tanto, ma abbastanza, il capolavoro nel delicato impegno dei tecnici è stato quello sui registi, riuscendo a ferne uno di Cinciarini, Poeta e Cavaliero. Questo c'era. Ognuno e ogni cosa al suo posto. Non è un'impresa, ma un lavoro fatto proprio bene, anche se il podio europeo, le Olimpiadi sembrano sempre lontane, ma forse sarà per questo che siamo stati accusati di buonismo verso una Nazionale che veniva da stagioni dove si era gonfiata la faccia a furia di prendere schiaffi.
Il convento passa questo e se è vero che con Bargnani, Belinelli, i due Nba che hanno disertato per non compromettere la loro vita professionale, Alessandro Gentile (operato ad una spalla) e Melli , i ragazzi di "talento " che avevano e hanno problemi fisici, Polonara e il Cervi di Reggio Emilia, che ha un anno per guarire bene e dimostrare di poter aiutare il settore dei lunghi, potremmo avere una squadra più competiva, bisogna anche dire che a questo gruppo che ha raggiunto la qualificazione bisognerà pur riconoscere che il lavoro sporco è stato fatto quando molti fuggivano.
Il grande lavoro educativo della squadra tecnica e di Pianigiani , uno che dopo sei scudetti consecutivi non aveva certo bisogno di altre prove, è stato quello di imporre il saio a giocatori che erano abituati a ben altro e lo si è visto in certi cali di tensione, quando indossavano il tutù e volevano la solita cipria. Riportarli alla vita dura della difesa senza compromessi è un bel segnale.
Diciamo che le basi per costruire ci sono, ma bisogna vedere se i presunti rinforzi avranno la stessa umiltà. Non c'è tanto nella dispensa di questo basket, teniamoci il gruppo e prima di congedarlo con giusti ringraziamenti valutiamo chi bussa alla porta adesso che il lavoro sporco è stato fatto.
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