Sua Maestà CR7 contro la squadra che viene quasi unanimemente considerata la più debole delle ventiquattro. Inutile girarci intorno: Ungheria-Portogallo dovrebbe essere sulla carta una partita scontata, di quelle che peraltro Cristiano Ronaldo ama perché utili a rimpolpare il libro dei record. Se poi la realtà emetterà un altro verdetto, buon per i magiari dell'italiano Marco Rossi che senza il loro gioiello Szoboszlai, faranno quel che potranno. Ronaldo certo non si impietosirà: non lo ha mai fatto. C'è infatti da guidare il Portogallo alla difesa del titolo continentale vinto nel 2016, quando lui però non disputò la finale perché infortunato: Eder fu l'eroe di giornata, mentre CR7 fungeva da allenatore/motivatore a bordo campo.
Oggi, comincia un'altra storia. E, naturalmente, un'altra caccia ai record. Ronaldo, al suo quinto Europeo (nessuno come lui), manifestazione nel corso della quale ha finora segnato nove reti (in 21 presenze), record al momento condiviso con Michel Platini. Quest'ultimo, però, era stato capace di realizzare tutti i suoi gol in una sola edizione, in un 1984 indimenticabile per i francesi. Con un gol diventerebbe il miglior marcatore di sempre del torneo, ma c'è da scommettere che il Fenomeno di Funchal non ritenga impossibile battere anche quel record di Le Roi. Altri numeri prestigiosi poi lo attendono: finora l'attaccante della Juventus ha segnato 104 gol con la maglia della sua nazionale, a meno cinque dal record dell'iraniano Ali Daei, primatista assoluto a quota 109. Ovvio che oggi CR7 cercherà di avvicinarlo ulteriormente, aiutando la sua squadra a cominciare con il piede giusto il girone teoricamente più complicato di tutti con Francia e Germania. «Ho già detto che non inseguo i record, sono loro che inseguono me», ha confermato Ronaldo nel post che ha chiuso la sua terza stagione con la Juve. «Non sono lo stesso di 18 o 5 anni fa ha ammesso ieri- La cosa più intelligente per i calciatori è adattarsi: farlo è indispensabile, se si vuole giocare a lungo. I miei numeri parlano per me». Avanti, allora. Dopo avere raggiunto 101 gol in 133 presenze con la Juve (mai nessuno ci era riuscito in sole tre stagioni) ed essere diventato il primo calciatore nella storia capace di toccare la tripla cifra con tre club diversi: la Signora, Real Madrid e Manchester United. Un mostro, ecco.
Per nulla preoccupato del futuro, Juve o non Juve: «A 18 o 19 anni passavo notti insonni immaginando quello che sarebbe stato. Adesso ne ho 36: qualunque cosa verrà sarà il meglio per me». Parole che potrebbero sapere di addio a Torino.
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