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Crac Marchisio, anzi no. Lite tra la Signora e Conte ma tanto rumore per nulla

Elkann attacca il ct: "Perché deve farli lavorare così tanto?". La replica: "Alla Juventus non mi faceva certe domande..."

Crac Marchisio, anzi no. Lite tra la Signora e Conte ma tanto rumore per nulla

Il crac al ginocchio destro di Claudio Marchisio fa rumore e non solo per l'infortunio che ha rischiato di mettere fine alla stagione del centrocampista bianconero. Bastano 4 minuti di riscaldamento nell'ultima seduta della Nazionale a Coverciano prima della partenza per Sofia per vedere il calciatore bianconero accasciarsi al suolo, con un improvviso movimento innaturale della gamba. I primi esami clinici evidenziano la lesione subtotale del legamento anteriore del ginocchio destro. Poi in tarda serata, un sospiro di sollievo, visto che altri esami escludono la lesione e fanno sperare la Juve e il calciatore. «Un infortunio anomalo, anzi direi assurdo», così il medico azzurro Castellacci subito dopo quando avvenuto a Firenze.

Il fuori programma capitato a Marchisio (che c'è da ricordare ha giocato con la Juve 38 partite e 3172 minuti in stagione) è il pretesto per una nuova puntata della polemica tra Juve e Federcalcio. Che nasce da Calciopoli e da quella causa per danni da 443 milioni intentata dal club bianconero alla Figc («lite temeraria», definita dal presidente Tavecchio dopo le sentenze della Cassazione con la prescrizione di Moggi e Giraudo), passando per il recente divorzio traumatico tra Antonio Conte, ex allenatore juventino e attuale ct della Nazionale, e la società di Andrea Agnelli. E il via al nuovo capitolo della querelle lo ha dato John Elkann con una frase sibillina: «Bisogna capire perchè in nazionale lavorano così tanto...». «Alla Juve questa domanda non me la faceva... E il gruppo azzurro ha lavorato bene», la risposta stizzita di Conte. «A Torino allenava e in Nazionale fa il selezionatore, sono dei lavori diversi. Dopodiché se uno vuole passare come il selezionatore con maggiori infortuni...», la controreplica del numero uno di Exor.

Tutto ciò a pochi giorni dal ritorno dell'Italia allo Juventus Stadium (martedì per l'amichevole con l'Inghilterra). La sfida era attesa come la partita della distensione, ora rischia di essere condizionata dalla nuova ombra: così almeno dicono, oltre alle parole di Elkann e allo scontato fastidio del club per un infortunio peraltro non imputabile agli allenamenti azzurri, gli sfoghi via social del tifo bianconero. «A me dà fastidio chi cerca di mettermi il passato contro», così un Conte di umore nerissimo e con scarsa voglia di parlare nella pancia dello stadio «Vasil Levski» di Sofia.

E dire che quando in estate Conte aveva «rotto» con i suoi tre anni bianconeri, all'annuncio del divorzio inatteso, la reazione dei tifosi bianconeri fu il no ad Allegrì e un rimpianto gigantesco per l'allenatore dei tre scudetti consecutivi. Dal giorno dell'addio, poi, il rapporto con la Juve si è sempre più complicato. Prima la polemica per la convocazione dell'infortunato Chiellini in autunno; poi la lite sugli stage (con il no netto del club bianconero); ancora, il ritardo nel presentarsi a Vinovo, ultimo centro sportivo visitato nel tour tra le squadre di A; infine, tra frecciate varie, qualche attrito per la chiamata di Barzagli.

Stando alla dinamica, difficile dire che Marchisio si è infortunato perchè gli allenamenti di Conte sono troppo duri. «È stato il destino. Se fosse stato in centro, a fare una passeggiata con i figli, magari gli accadeva ugualmente qualcosa», la posizione netta di Buffon. «Si sta montando un caso su un infortunio che è stato colpa della sfortuna, e questo turba la Nazionale alla vigilia di una partita importante. Conte è un grande professionista», così in serata il presidente Figc Tavecchio.

Martedì l'incontro tra il ct e il suo vecchio stadio sarà tutto da seguire.

«Non ho dubbi sull'accoglienza che Torino riserverà alla nazionale: un ct come il nostro, che ha giocato tanti anni nella Juve e ha vinto e fatto vincere tanto con quei colori, non può che essere accolto in un modo», l'opinione di Buffon.

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