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Il ct Berruto si dimette per le polemiche sulle epurazioni

Il ct del volley Mauro Berruto ha rimesso il suo mandato, il presidente federale Carlo Magri deve decidere se concordare l'uscita onorando il contratto in scadenza fra un anno o se insistere con l'allenatore che aveva escluso dalla World league Travica, Zaytsev, Sabbi e Randazzo per motivi disciplinari.

Il confronto è andato in scena martedì sera, a mezzanotte Berruto pubblica su facebook una rete su un bellissimo sfondo, è come se si fosse liberato di un fardello. Il suo lustro è stato davvero azzurro, dopo l'Anastasi bis ha conquistato 7 podi internazionali, sbagliando solo una World league e il mondiale di Polonia 2013, con quel 13° posto. In Brasile ha sfiorato il passaggio in semifinale, sfuggita solo per quoziente set, nonostante appunto quei due titolari e mezzo accantonati per dare il buon esempio.

La federazione era con lui, i tifosi meno. A settembre c'è la Grand champions cup e in panchina potrebbe sedere il vice Gianlorenzo Blengini, torinista come Berruto. Poi ci saranno gli Europei, è aperta la caccia al pass olimpico, complicato anche per le donne. Il ct in carica risponde al telefono così: «Parlerò solo quando si saranno chiarite alcune cose».

Per il volley lavorava dalle 6,30 a mezzanotte, era persino in una commissione etica del Coni. Tutto inutile perchè il suo rigore ha teso eccessivamente i nervi, adesso l'armonizzazione tocca a Chicco Blengini.

Magari rinunciando alla panchina di Macerata. O tenendo il doppio incarico?

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