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Il ct vuole chiudere prima di Francia 2016. I legali attaccano sul trattamento diverso

Chiedere il processo con rito abbreviato, in modo da poter venire assolto prima ancora dell'inizio degli europei di calcio, e risparmiare così alla Nazionale la fatica e il disdoro - storicamente senza precedenti - di affrontare un torneo internazionale con in panchina un allenatore che siede in contemporanea sul banco degli imputati

Il ct vuole chiudere prima di Francia 2016. I legali attaccano sul trattamento diverso

Chiedere il processo con rito abbreviato, in modo da poter venire assolto prima ancora dell'inizio degli europei di calcio, e risparmiare così alla Nazionale la fatica e il disdoro - storicamente senza precedenti - di affrontare un torneo internazionale con in panchina un allenatore che siede in contemporanea sul banco degli imputati. È questa la mossa cui sta lavorando insieme ai suoi legali Antonio Conte. Il nome del commissario tecnico azzurro risuonerà oggi nell'aula del tribunale di Cremona dove il giudice Pierpaolo Beluzzi darà il via all'udienza preliminare per il processo al calcio corrotto scandendo l'appello dei centoquattro imputati. In mezzo a questa vasta combriccola di trafficoni, geniacci dell'imbroglio telematico, millantatori, faccendieri da spogliatoio, campioni in auge o in disarmo, quello di Conte è indubbiamente il nome più eclatante. E anche per questo il coach della Nazionale preferisce il rischio del rito abbreviato alla prospettiva di un processo interminabile in una compagnia imbarazzante: processo che magari si concluderebbe con una assoluzione o una prescrizione, ma che lo terrebbe inchiodato alle udienze chissà quanto.

A carico di Conte, il settantacinquesimo dei 79 capi d'accusa in cui il procuratore Roberto Di Martino ha riassunto, nella richiesta di rinvio a giudizio, la sterminata indagine nata dal surreale episodio del novembre 2010, quando mezza Cremonese rischiò di addormentarsi in campo a causa delle polverine rifilate ai compagni dal portiere Paoloni. A Conte si è arrivati passo dopo passo, scavando sulla sconfitta del Siena contro l'AlbinoLeffe del 29 maggio 2011: Conte era sulla panchina dei toscani, e il suo apporto alla combine è stato inizialmente considerato dai pm operativo e decisivo; poi questo capo d'accusa è stato lasciato cadere e si è passati alla colpa di non avere vigilato sugli intrallazzi dei suoi giocatori. Ed è su questa sorta di responsabilità oggettiva che i legali del ct, Francesco Arata e Leo Cammarata, si preparano da oggi a dare battaglia: chiedendo perché lo stesso criterio non sia stato applicato ai coach di tutte le squadre grandi e piccole coinvolte nello scandalo.In attesa delle mosse di Conte, la prospettiva che incombe sul processo è quella di un gigantesco spezzatino, con i processi sparpagliati per competenza in tutta Italia, nelle città dove si sono disputati gli incontri truccati.

In questo modo a Cremona potrebbe restare solo il pezzo che vede accusati di associazione a delinquere gli zingari Almir Gegic e Hristian Ilievski, il loro capo singaporese Tan Seet Eng è una trentina di complici ed emissari italiani; tra cui vecchi e gloriosi nomi del tappeto erboso come Beppe Signori, Sergio Pellissier e Stefano Bettarini, mentre a venire frantumati e spostati sarebbero i processi a carico di altri nomi eccellenti quali Cristiano Doni, Omar Milanetto, Stefano Mauri: quest'ultimo uscito particolarmente malconcio dalle confessioni dello zingaro Ilievski, che rientrato in Italia dalla latitanza fornì la quadra finale alle ricostruzioni della Procura.

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