di Tony Damascelli
Finalmente. Finalmente un club di football ha deciso di chiedere i danni ai tifosi idioti. Ci ha pensato il Bayern di Monaco, punito dai giudici dell'Uefa per l'esposizione di uno striscione, durante la partita di Champions contro i londinesi dell'Arsenal. Il lenzuolo così diceva: "Gay Gunners" con un cannone, il simbolo della società inglese sede un tempo dell'arsenale di Londra, indirizzato gentilmente verso Ozil, tedesco di origini turche, ex Real Madrid e oggi all'Arsenal. Ogni riferimento era puramente voluto ma il Bayern ha deciso di portare in tribunale i quattro cavalieri dell'idiozia chiedendo 100mila euro di risarcimento per il danno subìto, pari alla stessa cifra sanzionata dall'Uefa con la chiusura del settore che ospitava il gruppetto. Trattasi di quattro meranesi, l'aria di montagna, fresca e gaudente, non serve a nulla contro certi cervelli intossicati alla fonte. Rummenigge trascorreva le vacanze in Val di Non ma i ragazzi di Merano e dintorni, tifosi del Bayern, non hanno tenuto a mente di dovere fare i conti con un club tedesco e non italiano. Da noi i tifosi se la spassano, tra cori razzisti, insulti volgari, tanto paga la società e loro se la svignano. Nessun club italiano, finora, ha mai pensato di costituirsi parte civile nei confronti dei soliti noti, tra fumogeni, bombe carta, minacce, il monte multe aumenta vertiginosamente ma debbo pensare che ci sia paura degli ultras e di eventuali ritorsioni. In verità qualche combattente si era fatto notare ai tempi di Calciopoli, quando alcuni si erano ribellati ai "malaffari" dei dirigenti della Juventus e così l'Atalanta, il Brescia, la Salernitana, il Bologna, la Federcalcio, la Rai, il Ministero dell'Economia e quello delle Politiche giovanili erano stati considerati «persone offese dal reato in quanto istituzionalmente portatori di un interesse pubblico al corretto e leale esercizio dello sport».
Ora non credo che l'Inter, ultima della serie a essere castigata con la chiusura della curva per i cori idioti dei tifosi, decida di agire come il club del suo ex campione Rummenigge e non ritengo che nemmeno la Roma, la Lazio, la Juventus o il Napoli pensino di adottare la stessa linea ferma, così come la Federcalcio, la Rai e i vari Ministeri. Perché una cosa è l'azione plateale, per farsi conoscere al popolo denunciando Moggi e la sua orchestra, come accadde nel Duemilasei e a seguire, un'altra attaccare gli ultras senza i quali la vita è difficile.
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