Coronavirus

D-day svizzero contro il virus. Idea Final four di Champions

D-day svizzero contro il virus. Idea Final four di Champions

Un martedì di fuoco in 40 chilometri. Domani tra Losanna (sede del Cio) e Nyon (sede dell'Uefa) si decidono le sorti dell'estate sportiva 2020. Coronavirus permettendo. Già, perché non bisogna dimenticare che tutti i bei ragionamenti che verranno fatti tra il presidente Bach e le federazioni dello sport mondiale e tra il presidente Ceferin e quelle del calcio europeo si baseranno sulla più ottimistica delle previsioni che ci fa sperare che da metà aprile si possa cominciare a riprendere una vita quasi normale in tutto il pianeta. La decisione probabilmente più agevole spetta all'Uefa che pure ha tempi più stretti rispetto al Cio. La partita di Nyon dovrebbe concludersi con il più che probabile slittamento dell'Europeo 2020, per far spazio in quel periodo al recupero e alla conclusione della stagione. Si pensa già di far ripartire tutto il carrozzone del calcio continentale ai primi di maggio per arrivare a chiudere i campionati e le coppe senza soste entro il 12 luglio, giorno in cui si sarebbe dovuto chiudere l'Europeo con la finale di Wembley. Un programma che prevede anche la compressione della Champions con i quarti in gara unica in campo neutro e poi una final four in quattro giorni. E l'Europeo? Rinviato a giugno 2021, sempre che la Fifa accetti di spostare a sua volta la prima edizione del nuovo Mondiale per club. Tempi più lunghi, ma situazione complicata anche per le Olimpiadi di Tokyo. Il premier giapponese Abe continua a dire che scatteranno regolarmente il 24 luglio, ma il problema del Cio è che si sono fermati tutti i tornei di qualificazione che andrebbero portati a termine entro giugno. Quindi potrebbe anche essere possibile uno slittamento dei Giochi in autunno, tenendo conto che il clima lo consentirebbe e che anche nel 1964 le Olimpiadi di Tokyo si disputarono in ottobre.

Sul tavolo di Uefa e Cio resta solo una piccola incognita: quanto durerà il Coronavirus? Alla fine il via libera allo sport bisognerà chiederlo altri 30 chilometri più in là, sempre sul lago Lemano, a Ginevra, sede dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.

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