Dà più gusto italiano su italiana

Così c'è più gusto. Italiano su italiana. È un extra valore che conta nella vita e però conta di più nello sport

Dà più gusto italiano  su italiana

Così c'è più gusto. Italiano su italiana. È un extra valore che conta nella vita e però conta di più nello sport che poi è ultravita. Perché tutto è più intenso e sofferto, e perché ogni risultato viene cercato, inseguito e conquistato per poi vederlo evaporare via, dimenticato, al primo passo falso. Prendiamo Usain Bolt. Otto giorni fa era il dio dell'atletica, da sabato sera è quello che ha salutato tutti inciampando correndo.

Forse anche per questo, in cuor suo, Valentino, che non è solo un dio del motomondo ma colui che ha reso le moto un vero mondo capace di entrare nelle case di tutti, non riesce a mollare. A lasciare. A smettere. A ritirarsi. Forse teme che la macchia degli anni infelici e perdenti con la Ducati resti e non svanisca una volta salutate le corse. A meno che non riesca a lasciare da campione del mondo. Chissà? È impossibile entrare nell'animo delle persone, figuriamoci in quello di un fenomeno come lui. Chi lo conosce bene assicura però che Vale continui a correre solo per amore della moto e del gusto unico che regalano queste sfide. Bello se così. E bello crederlo per tutti noi.

Perché il gusto di fare una cosa, la più difficile come la più semplice, non ha unità di misura, a dargliela può essere solo chi la sta vivendo. E allora se Rossi prova piacere immenso nel continuare a sfidare e a farsi sfidare ben venga. Ma ben venga anche una considerazione semplice, schietta, vera: che il gusto impossibile da misurare diventa doppio quando assisti a un italiano come il Dovi che vince su italiana e in una gara di sorpassi e duelli corpo a corpo non col primo venuto ma con l'altro re di queste scazzottate, dopo Vale s'intende: Marquez. Perché è godimento assistere all'impresa di un ragazzo semplice che, sulla moto più affascinante e ostica che ci sia, riesce a vincere tre gp in stagione, a issarsi lassù lottando per il titolo e a fare ciò che neppure Vale Rossi e Jorge Lorenzo sono riusciti e riescono a fare.

Andrea Dovizioso non è Valentino e non potrà mai esserlo e non gli basteranno due vite per poter raggiungere i suoi successi. Ma statene certi che Valentino, ieri oggi e domani, avrebbe voluto provare anche solo una volta il gusto grande di un italiano che vince su italiana. Godimento senza unità di misura.

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