Meloni replica a Istat e Bankitalia. "Ci vuole molto coraggio a dire che la manovra favorisce i ricchi". L'affondo di Salvini sui migranti

"Fuori dalle balle chi non rispetta la nostra cultura". La premier sulla Cgil: mai le rivoluzioni di martedì...

Meloni replica a Istat e Bankitalia. "Ci vuole molto coraggio a dire che la manovra favorisce i ricchi". L'affondo di Salvini sui migranti
00:00 00:00

L'occasione è il comizio del centrodestra a Bari per sostenere la candidatura di Luigi Lobuono a governatore della Puglia. Una partita più che in salita, visto che i sondaggi sono unanimi nel prevedere una vittoria ampia del dem Antonio De Caro in una regione che ormai da venti anni esatti - dalla prima vittoria di Nichi Vendola - è saldamente in mano al centrosinistra. Anche per questo il mini tour elettorale dei leader del centrodestra inizia proprio da Bari per poi proseguire venerdì a Napoli (la Campania viene considerata quantomeno "contendibile") e martedì prossimo a Mestre (con il Veneto che è dato ampiamente per vinto). Tre comizi dove Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Matteo Salvini e Maurizio Lupi fanno le prove generali di quella che sarà la campagna elettorale permanente che ci accompagnerà prima alle amministrative di primavera (tra gli altri si vota a Roma e Milano), poi al referendum sulla separazione delle carriere e infine, nel 2026, alle elezioni politiche.

Così, non sembra affatto casuale la scelta dei quattro leader del centrodestra di concentrarsi soprattutto su temi nazionali, lasciando spazio alle questioni più strettamente pugliesi - dall'emergenza Xylella all'approvvigionamento idrico, passando per la sanità regionale - sono nella conclusione dei loro interventi.

È da Bari, infatti, che Meloni replica alle tante critiche piovute sulla manovra, non solo dal centrosinistra e dai sindacati ma anche da Istat, Bankitalia e Ufficio parlamentare di Bilancio. "La quarta manovra in tre anni - spiega la premier vale 18,7 miliardi. È stata definita una manovrina dall'opposizione, perché non ha abbastanza soldi. Ma vale la pena di ricordare che avremmo potuto fare una manovrona se non avessimo 40 miliardi di euro di crediti del geniale superbonus di Conte". E ancora: "La sinistra ci viene a dire che questa manovra favorisce i ricchi perché, secondo loro, chi guadagna 2.400 euro al mese e magari ci mantiene tre figli è un ricco che va mazzolato. Ci vuole molto coraggio a sostenere una tesi del genere".

Meloni non risparmia critiche anche a Maurizio Landini e alla scelta della Cgil di convocare lo sciopero generale per il 12 dicembre. "Un venerdì, perché - ironizza - non sia mai che la rivoluzione la facciamo di martedì, a dimostrazione che i diritti dei lavoratori non sono prioritari per alcuni". Un punto su cui avevano affondato anche Tajani, Salvini e Lupi nei loro interventi che hanno preceduto quello della premier. Che rivendica i risultati ottenuti a Palazzo Chigi ("siamo il terzo governo più longevo della storia d'Italia su 68") e il fatto che, dopo tre anni alla guida del Paese, l'ultima rilevazione ha "stimato Fdi al 31,4% dei consensi", il "livello più alto di sempre, una cosa che non era mai accaduta da quando esistono i sondaggi". È l'occasione per un tributo a Pinuccio Tatarella, "un uomo del popolo, innamorato della sua terra, che sapeva unire intelligenza, visione, passione e ironia". E se la partita per la guida della Regione è impervia, più a portata di mano è il traguardo di arrivare a far diventare Fdi primo partito della Puglia scavalcando il Pd, cosa che non accade dalla stagione del '94 quando la neonata An proprio di Tatarella sbancò alle politiche. Prima di congedarsi, Meloni affonda il colpo sulla "supponenza" della sinistra che accusa gli elettori di centrodestra di essere "stupidi e incolti".

Salvini batte invece sul tema della sicurezza, annuncia che sta lavorando a un decreto ad hoc e rispolvera i toni di un tempo contro i migranti, "soprattutto islamici".

"Il problema - dice Salvini - non è il dio, ma è pretendere che chi arriva nelle nostre città rispetti la nostra cultura, i nostri simboli, la nostra religione e la Costituzione. Quelli che non sono disposti a farlo, cristianamente e genuinamente fuori dalle palle. Tornino da dove sono arrivati".

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica